IL PRIMO PRIDE DELLA VALTELLINA

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IL PRIMO PRIDE DELLA VALTELLINA

Gio, 11/09/2025 - 18:33
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Il 20 settembre Sondrio sarà arcobaleno

Il primo Pride della Valtellina e Valchiavenna è alle porte: il 20 settembre la comunità
LGBTQIA+ sfilerà per le strade di Sondrio. Promotore del Pride è Valtellina Arcobaleno APS, che
ha scelto di “affrontare la sfida” e dare vita a un evento storico per la provincia. E Valtellina
Arcobaleno APS non è sola: si è costituito un vero e proprio comitato Pride, sostenuto da 26
associazioni e da 85 adesioni individuali al documento politico. Tutte queste persone e realtà,
insieme, rappresentano il volto progressista e solidale delle Valli.
A unirle è una visione comune e intersezionale: solo attraverso il sostegno reciproco si possono
abbattere disuguaglianze e disparità.
Questa alleanza si unisce in una condanna ferma di ogni forma di violenza e oppressione:
contro i genocidi, contro chi alimenta la guerra, contro chi imprigiona le persone migranti in
nuovi lager.
Un’assenza che fa rumore
Nonostante l’invito ufficiale inoltrato via PEC a tutti i 77 comuni valtellinesi e alla Provincia,
nessun ente pubblico ha concesso il patrocinio gratuito al Pride. Solo due amministrazioni,
quelle di Sondrio e Dubino, hanno risposto, negandolo.
Il Presidente di Valtellina Arcobaleno APS Mauro Lucchini, commenta:
“Le richieste sono state tutte protocollate, ma la risposta delle istituzioni è stata il silenzio.
Questo atteggiamento pesa persino più di un rifiuto esplicito, perché il messaggio che arriva è
che le nostre istanze non meritano neppure attenzione. Come direttivo di Valtellina Arcobaleno
APS e come comitato Pride abbiamo scelto di non creare polemiche, né alimentare i contrasti.
Restiamo però fiduciosi che prima o poi anche le istituzioni comprenderanno che il silenzio ha
un peso. Come associazione del Terzo Settore rimaniamo perciò pronti al dialogo, perché
crediamo che solo dal confronto possano nascere comunità davvero accoglienti e inclusive.”
A mobilitarsi, intanto, è la società civile: è da lì che parte il cambiamento, soprattutto quando
si tratta di dare voce alle minoranze. In questo caso, per costruire una città (e una Valle) più
accogliente e inclusiva.
Perché il Pride è importante
Il significato dell’evento è racchiuso nel claim (motto) scelto per questa prima edizione:
Visibilità, Vissuto, Visione.
Visibilità, perché ancora oggi molte persone lottano per il diritto di essere se stessi. Il
riconoscimento da parte della società e delle istituzioni è un passo fondamentale in questo
percorso.
Vissuto, perché ognuno porta la propria storia da condividere: le esperienze personali sono la
base per costruire comunità più inclusive.
Visione perché è oggi che si immagina e si costruisce il futuro: uno spazio dove tutte e tutti
possano esistere liberamente, con le proprie identità e diversità.
Il Pride è una festa per celebrare la comunità, noi stessi, quello che siamo ma anche un
momento politico, sociale e culturale. È un appello chiaro rivolto alle istituzioni del territorio:
servono interventi concreti a sostegno della diversità, l’uguaglianza e l’inclusione.

Il programma della giornata

Ore 15.00: ritrovo al parcheggio del Policampus di Sondrio e discorsi di apertura Ore 16.00:
avvio del corteo
La parata attraverserà la città e terminerà in Piazza Teresina Tua Quadrio, dove si terrà
l’evento finale fino alle 20.00.
Sul palco si alterneranno ospiti speciali, band locali, talk, spettacoli di danza latinoamericana e
molto altro ancora.
Tutto – o quasi – sarà made in Valtellina, in uno spirito di orgoglio e condivisione.
Particolare attenzione è stata data all’accessibilità: gli interventi saranno tradotti nella Lingua
dei Segni Italiana (LIS) per garantire la partecipazione di tutte e tutti.
Il Valtellina-Chiavenna Pride 2025 si concluderà con un party alla Divina Tentazione a
Piateda a partire dalle 22. Altre informazioni sui canali social dell'iniziativa.
Perché nascono i Pride?
Il Pride è un evento all’insegna della libertà e del riconoscimento reciproco, della visibilità.
È un evento inclusivo, aperto a tutte le persone indipendentemente da orientamento sessuale,
identità di genere, provenienza o storia personale. Essere sé, con le proprie caratteristiche, la
propria vita (imperfetta e umana), vale per tutte le persone.
Ed è questo ciò che conta: portare se stessi e sostenersi a vicenda, come parte di una sola
grande famiglia, quella umana.
Un breve excursus storico
Dalla nascita del Cristianesimo in poi, l’omosessualità è stata considerata un peccato mortale,
un reato, una deviazione da condannare con la prigione, l’esilio, ammende, l’ostracismo, la
morte. Le persone queer hanno vissuto per secoli costrette a scegliere tra la repressione o
l’invisibilità.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, omosessuali e lesbiche furono perseguitati e deportati
nei campi di concentramento. Solo nel 1973 l’American Psychiatric Association ha cancellato
l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. E solo nel 1990 l’OMS l’ha ufficialmente
riconosciuta come una variante naturale del comportamento umano.
Nonostante ciò, insulti, discriminazioni e aggressioni contro persone LGBTQIA+ restano
quotidiani, anche in Valtellina dove, forse più che altrove, manca ancora una cultura del
confronto, della conoscenza reciproca e dell’apertura.

- Ufficio Stampa di VALTELLINA ARCOBALENO APS

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