INTERVISTA A MARCO MAIORI E FEDERICO SECCHI ALLA VIGILIA DELLA NUOVA SPEDIZIONE IN NEPAL
martedì 17 Settembre, 2019
Al volgere della stagione estiva, che per il Bormiese è stata ricca di eventi e soddisfazioni, c’è chi fa le valigie e parte per una meritata vacanza, anche se per qualcuno la cosiddetta “vacanza” è in realtà una spedizione alpinistica in Nepal! Marco Majori, guida alpina di Bormio in forza al Centro Sportivo Esercito di Aosta (Sezione Militare di Alta Montagna), dopo lo sfortunato tentativo dello scorso anno al G4 (https://www.altarezianews.it/2018/09/01/marco-majori-racconta-la-sua-esperienza-ai-piedi-del-gasherbrum-iv/), ci riprova con una nuova impresa che lo porterà sulla vetta del Nemjung a 7140 mt di quota. Insieme a lui l’amico e collega dell’Esercito Marco Farina, già compagno sul G4 nel 2018, e una giovane promessa dell’alpinismo nostrano vale a dire Federico Secchi (classe 1992), aspirante guida alpina cresciuto alla scuola dell’indimenticato Luca “Droga” Dei Cas con il gruppo furiccio di Alp Forba e sostenuto dagli amici del Cai Valfurva. Marco e Federico ci raccontano i preparativi della spedizione nell’ospitale sala del Meubé Contea, alla presenza dell’assessore del comune di Bormio Luigi Azzalini, che ricorda bonariamente a Marco i suoi trascorsi scolastici in palestra, nell’ora di ginnastica.
Perché il Nemjung?
Semplicemente abbiamo visto la foto della cresta e ne siamo rimasti affascinati! Il Nemjung (collocato tra il Manaslu e l’Annapurna) è una montagna che vanta pochissime salite e il nostro itinerario è del tutto inviolato: attaccheremo la cresta nord e speriamo di riuscire ad arrivare in vetta in 2/3 giorni.
Quanto durerà la vostra spedizione?
Partiamo mercoledì 18 per Singapore e Katmandu e la spedizione durerà 40 giorni circa. Faremo un trekking di avvicinamento graduale fino al campo-base a quota 4800mt. Sarà fondamentale l’acclimatamento, perché il nostro obiettivo è salire in stile alpino, senza bombole di ossigeno, ricorrendo solo all’indispensabile e rinunciando a tutto quanto si possa ritenere superfluo in un’ascensione.
Questa scelta è in realtà un vostro preciso modo di essere alpinisti…
Sì, noi vogliamo fare un alpinismo di tipo esplorativo, lontano dalle grandi spedizioni commerciali. Non è che siamo contrari a questa formula, è solo che a noi piace la montagna intesa come esplorazione, come era alle origini. Sono nato in una terra di montanari, dove le scalate erano una conquista basata sulle proprie forze. Oggi basta pagare e si può andare ovunque, persino sull’Everest! Non è così che intendiamo la montagna…
Anche tu, Federico, sei d’accordo con questa visione?
Beh, io non è che ho avuto molta esperienza di spedizioni internazionali, sono stato solo due volte a scalare in India e sul Fitz Roy in Patagonia (la famosa “Supercanaleta” conquistata con Michele Colturi e Federico Martinelli, (www.altarezianews.it/2018/11/29/). Semplicemente amo la montagna a 360° e grazie a Marco potrò vivere questa esperienza fantastica sull’Himalaya!
Tra l’altro, in Nepal festeggerai anche il tuo compleanno…
Sì, ma spero di festeggiare soprattutto la riuscita della spedizione!
Marco, voi tre soli fra i ghiacci del Nemjung?
Una cordata di 3 alpinisti è l’ideale: significa meno attrezzatura da portare, meno dispendio di forze e di soldi e ci si può muovere con maggiore scioltezza e leggerezza. Certo, è un rischio perché se qualcuno non si sentisse bene potremmo dover rinunciare… Comunque non saremo proprio soli: avremo un collegamento pressoché giornaliero con il meteorologo dall’Italia, perché riteniamo fondamentale programmare le nostre mosse a seconda delle condizioni atmosferiche. E poi avremo un cuoco fisso al campo-base.
Da bravi italiani, il cibo è essenziale!
In questo caso è essenziale perché ci servono energie per affrontare la salita. Ma poi dal campo base in avanti ci dovremo arrangiare!
Quanti campi prevedete?
L’idea è allestire un campo di deposito a 5800mt, un altro a circa 6000mt all’attacco del colle e uno sul colle a 6300mt; poi vedremo se farne un altro avanzato in cresta a 6700mt. Noi abbiamo approntato un programma di massima, ma poi dovremo valutare strada facendo, anche a seconda di quel che ci troveremo davanti: le condizioni del ghiaccio, le cornici di neve, il tempo atmosferico… potrebbe essere necessario cambiare itinerario… le variabili sono tante!
Porterai con te anche il ricordo di Fabrizio Giordano?
Certamente! Fabrizio sarà con noi e questa spedizione è anche un modo per ricordarlo. La montagna era la sua passione e noi portiamo avanti anche il suo sogno.
Chi sostiene finanziariamente questo progetto?
Abbiamo sponsor privati che ci forniscono attrezzatura, per il resto ci autofinanziamo, cercando di ridurre i costi al minimo. Ovvio che se qualcuno volesse contribuire lo accoglieremmo a braccia aperte!
Anche perché con questa impresa è probabile che il team Farina-Majori-Secchi rientrerà fra i candidati alla Piolet d’Or, che nell’alpinismo equivale all’Oscar cinematografico… Si tratta, infatti, di una spedizione tecnicamente molto più difficile rispetto alla salita su un Ottomila “normale”, quindi nel mondo alpinistico e accademico la risonanza sarebbe ben più rilevante.
Federico, al ritorno le tue quotazioni saranno in rialzo!
Ahaha, come no! Intanto devo ancora finire l’esame di guida alpina, che è abbastanza complesso (5 anni di corso) e costoso. Nel contempo faccio anche il maestro di sci e per il futuro… vedremo!
Intanto il futuro sembra già promettente per le guide alpine di Bormio. Oltre a Federico Secchi si stanno formando altri giovani dell’Alta Valle, tutti fortemente appassionati e motivati, con i quali – forse – provare ad invertire la tendenza negativa degli ultimi anni, che hanno “generato” solo 4 guide alpine del comprensorio. Se lo augura ampiamente l’assessore Azzalini, anche solo per lo spirito di sacrificio che questi ragazzi dimostrano nel loro tenace percorso di ricerca e di affermazione. Il suo pensiero finale è anche il nostro: Apprezzo moltissimo il loro lavoro ed i loro sforzi; è giusto che raccolgano qualche soddisfazione.
Anna
Per gli aggiornamenti sulla spedizione:
pagina Facebook della Scuola Militare di Alta Montagna (SMAM) https://www.facebook.com/sezionemontagna/
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