LI FLAMA DE SAN LORENZ: UNA TRADIZIONE TUTTA OGOLINA

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LI FLAMA DE SAN LORENZ: UNA TRADIZIONE TUTTA OGOLINA

Ven, 11/08/2017 - 20:54
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I falò accendono la notte prima della festa patronale

venerdì 11 Agosto, 2017

Li Flama hanno attraversato il mare magnum dei secoli per giungere fino a noi ancora intatte nella loro genuinità, anche se inevitabilmente hanno perso il loro significato originario legato al paganesimo e ai riti arcaici di purificazione. A tutt’oggi, la notte della vigilia di San Lorenzo, i fieri ogolini danno vita a uno degli spettacoli più maestosi dell’estate bormiese: enormi pire, che si vedono anche dalla lontana Valfurva, accendono i boschi e i dintorni di Oga, come tante fiammelle protese verso il firmamento, quasi a fare concorrenza alle stelle cadenti che in questi giorni guizzano nel cielo. San Lorenzo, patrono di Oga martirizzato sulla graticola, dà il nome alle fiamme che si accendono in suo onore, anche se l’accostamento del Santo con i fuochi è avvenuto quasi certamente solo in epoca cristiana, per dare a una celebrazione di origine pagana un risvolto religioso e quindi accettabile nel suo festeggiamento. La realizzazione dei falò segue una certa consuetudine ed è un dato di fatto che non tutte le fiamme sono uguali! Quella più importante – e normalmente più grossa – è situata sul balcone naturale in località Tadè, nei pressi delle piste di sci, tanto da essere chiamata semplicemente la Flama, mentre tutte le altre prendono il nome dalla radura in cui vengono allestite. Un tempo ve n’erano parecchie, mentre oggi il numero dei falò si è assottigliato anche a causa dell’imboschimento, che rende pericolosa l’accensione di fuochi. Dalla cima di ogni pira, che può raggiungere anche altezze considerevoli, emerge una pianta in posizione eretta, quasi a mo’ di pennacchio: questa pianta costituisce lo “scheletro” attorno al quale viene realizzata tutta l’impalcatura del falò, un’operazione che può richiedere anche una settimana di lavoro, dal momento che si tratta di una costruzione abbastanza geometrica, che cresce in modo concentrico tutto intorno all’albero maestro. Durante la combustione, l’albero svettante al di sopra di ogni falò lancerà i suoi bagliori fino a ripiegarsi completamente sull’ammasso di fuoco.

Anna

Foto: Stefano Maiolani

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