COMUNE UNICO IN ALTA VALTELLINA: CONFRONTO APERTO TRA TECNICI ED AMMINISTRATORI
L’ultima assemblea sul comune unico programmata nella sala consiliare di Valdisotto sabato 25 marzo 2017 ha messo a dura prova attenzione e pazienza dei cittadini intervenuti. Le circa tre ore di dibattito, infatti, sono state arricchite da questioni scottanti che sono andate ben al di là del tema primario, quello appunto del comune unico sul quale si stanno facendo consistenti ragionamenti sin dal 2016.
C’è subito da rilevare che in questo incontro, guidato dall’avvocato Gloria Urbani, si è assistito finalmente a una dialettica garbata fondata su tesi e antitesi, senza reciproche accuse da parte dei relatori, come era invece accaduto nei precedenti incontri. Il confronto tra idee e soluzioni diverse, che è il sale di ogni democrazia, non dovrebbe mai travalicare in personalismi cattivi e deleteri per la comunità. Alle orecchie dei presenti, inoltre, è giunta piacevole l’esplicita apertura manifestata dal comune di Bormio per il tramite del suo vice sindaco Giuseppe Rainolter, pur con le dovute riserve (ossia la sovranità della cittadinanza nel decidere, la necessità di un documento che elenchi pregi e difetti del comune unico, un’informazione completa sulle conseguenze dirette e indirette che potrebbero sorgere, tutti elementi da non trascurare per far sì che la popolazione sia in grado di fare la sua scelta in modo consapevole e ponderato). Scontato il parere favorevole degli altri relatori in materia di comune unico, già espresso a più riprese negli interventi precedenti: il sindaco di Valdidentro Ezio Trabucchi, il presidente della Comunità Montana Raffaele Cola, il vice sindaco di Valfurva Luca Bellotti, il consigliere di Valdidentro Adriano Martinelli, il commissario di Valdisotto Salvatore Angieri.
Per una panoramica su quanto è stato da essi manifestato a proposito di comune unico si rimanda agli articoli della prima assemblea di Valdidentro (https://storico.altarezianews.it/2016/10/24/comune-unico-per-lalta-valtellina-una-seria-possibilita/) e della seconda assemblea di Valfurva (https://storico.altarezianews.it/2017/02/26/172491/) il cui contenuto sostanzialmente ha ricalcato quanto ribadito anche a Valdisotto e cioè: le enormi potenzialità che assumerebbe il nostro Comprensorio se potesse agire e presentarsi come una forza sola, il maggiore peso istituzionale nelle diverse sedi politiche, una maggiore omogeneità nei diversi regolamenti e piani, un trattamento paritario per tutti i residenti, la possibilità di usufruire dei benefit concessi dallo Stato per operazioni di questo tipo, il risparmio in termini di risorse economiche, una migliore organizzazione degli uffici e dei servizi, la possibilità di offrire ai cittadini un livello di benessere adeguato affinché continuino a risiedere sul territorio e ne mantengano l’identità. Un primo passo verso l’unità di intenti degli amministratori su questo tema sembra fatto, anche se il percorso è tutto da studiare e vagliare, in particolare alla luce di quelle che Bellotti ha definito “tare mentali” che affliggono qualcheduno e che rischiano di precluderci orizzonti più ampi.
Oltre al tema del comune unico sono state poste sul tappeto altre delicate questioni, non propriamente “satelliti” anzi, forse ancora più fondamentali ed interessanti per la popolazione perché i loro effetti si fanno già sentire sul Comprensorio o lo faranno a breve. Tra queste il termalismo, Bormio Marketing, il rinnovo delle concessioni idroelettriche, le Aree Interne, il Parco dello Stelvio. Forse la pretesa di trattare tutti questi argomenti è stata eccessiva, ma almeno sono serviti da spunto per accennare ad alcuni aspetti che potranno poi essere ulteriormente approfonditi, magari con incontri ad hoc fra tutti i soggetti coinvolti.
Il termalismo, in particolare, sembra un nodo intricato intorno al quale si intuiscono molte problematiche ancora da sviscerare e risolvere, in ordine al rinnovo della concessione della fonte Cinglaccia (che alimenta Bormio Terme) e soprattutto al nuovo progetto delle terme nell’area delle Ferriere di Premadio. Il sindaco Ezio Trabucchi prova a spiegarne il senso a partire proprio da Bormio Terme, che è una struttura imprescindibile per l’Alta Valle e come tale “va sostenuta sino in fondo”. Le politiche gestionali di Bormio Terme dei decenni scorsi hanno avuto come conseguenza uno stato di sofferenza, forse a causa di un eccesso nella loro offerta: la pretesa di coprire contemporaneamente tutti i settori ha creato perdite spropositate che gli amministratori non sono stati in grado di sostenere e che tuttora paghiamo, poiché allo stato attuale Bormio Terme continua, per dirla con le parole di Raffaele Cola, a “mangiare capitale” (il che, d’altronde, è ciò che succede pure con gli impianti sciistici, anche se qui entrano in gioco altri interessi). La soluzione di Trabucchi, pertanto, consisterebbe nel differenziare l’offerta termale in tre settori, che agiscano in complementarietà e collaborazione tra di loro. In questa visione, a QC Terme si riserverebbe il settore Benessere, a Bormio Terme il settore Terapeutico (riconosciuto dal Servizio Sanitario Nazionale), alle Terme di Premadio il settore Famiglia e Ludico. In tal modo, secondo il sindaco di Valdidentro, anche Bormio Terme avrebbe un’identità propria, che le consentirebbe di puntare a un target preciso di persone, coma già avviene per QC Terme. Qualche perplessità fra i presenti sorge in merito a tale proposta, che porterebbe a un’ulteriore frammentazione dell’offerta termale e a un raddoppio di strutture, pur trattandosi solo di “due vaschette”: la lezione sopra accennata sui risparmi derivanti dall’unificazione qui non sembra avere titolo. Il tema è spinoso e richiederà una dose massiccia di pazienza, buon senso, dialogo, confronto, coraggio ed avvedutezza, perché il termalismo “è una risorsa talmente importante per l’Alta Valle che l’unità è d’obbligo”.
Altro argomento chiave della serata è stato quello riguardante Bormio Marketing, una “entità” su cui aleggiano molte voci e di cui la gente non ha ancora capito granché. Partita nel 2012 e fondata sul presupposto economico della tassa di soggiorno devoluta da ogni comune, dopo una fase travagliata (dovuta anche, come ha ammesso Bellotti, a una certa invadenza degli amministratori) si è nuovamente ricostituita ed attualmente è attiva con un consiglio direttivo che si riunisce ogni settimana e composto esclusivamente da operatori competenti: un rappresentante per ogni Pro Loco, uno dell’AIAFAV, uno per le Terme e i Bagni, uno per le strutture ricettive più il direttore del Parco Nazionale dello Stelvio. Anche Bormio Marketing rientra fra i progetti finanziati con i fondi delle Aree Interne e per ciascuno dei prossimi cinque anni funzionerà grazie ad essi (800.000 euro annuali dalle Aree Interne + 200.000 annuali dai comuni attraverso le proprie Pro Loco): a tutt’oggi, infatti, si è deciso di lasciare ad ogni comune gli introiti della tassa di soggiorno per alleggerire i loro risicati bilanci, con l’eccezione di Bormio che devolve quasi interamente i proventi della tassa alla Pro Loco Bormio, la quale a sua volta li gestisce già in un’ottica comprensoriale. Il passo successivo sarà l’esame a Trento nel prossimo mese di aprile del progetto legato a Bormio Marketing: in caso di accoglimento favorevole si potrà finalmente squadernare questa pagina e iniziare a lavorare a tutti gli effetti. Buona parte dei programmi che verranno promossi in Alta Valle nell’immediato futuro sono legati dunque ai finanziamenti previsti per le cosiddette “Aree Interne” e per i “Comuni Confinanti”. Si tratta di risorse di varia provenienza (europea, ministeriale, regionale) che consentiranno di accedere a nuove e importanti occasioni di sviluppo; trattandosi di un capitale ingente (67 milioni di euro!) sarà assolutamente necessaria la condivisione e il dialogo degli amministratori per “portare a casa” il maggior numero possibile di progetti, data anche la difficoltà di far coesistere fondi legati a due diverse tipologie di bandi. Il Presidente Raffaele Cola sottolinea che non si tratta di soldi virtuali, ma di fondi che “sono a disposizione da un anno e mezzo”, correggendo il tiro su quanto dichiarato da altre persone durante un altro recente incontro pubblico. Sulla successiva questione del rinnovo delle concessioni idroelettriche il dibattito si è fatto complicato, dovuto alla materia piuttosto ostica. Certo è che in Alta Valle si è in attesa da anni di un bando di gara per il rinnovo di tali concessioni, il che potrebbe portarci ancora qualche significativa risorsa economica. Per questo è fondamentale che il Comprensorio si presenti unito, per avere più forza e più potere contrattuale e perché sarà indispensabile per la controparte siglare un “patto strategico” con quello stesso territorio.
Un accenno finale anche al nuovo indirizzo assunto ultimamente dal Parco dello Stelvio, che è entrato a pieno titolo fra gli interlocutori privilegiati di ogni programma dimostrando di poter ormai dialogare e collaborare fattivamente con le istituzioni.
Nonostante il dilungarsi degli argomenti, una buona fetta di pubblico ha presenziato fino alla fine, ascoltando anche le successive richieste di chiarimenti e le puntualizzazioni riguardanti alcuni aspetti specifici: il ruolo di Livigno e Sondalo nell’ipotesi del comune unico, il mantenimento dei servizi essenziali nei diversi paesi, lo sfruttamento idroelettrico, la necessità di preservare il rilascio minimo vitale e garantire i deflussi, le modalità di attuazione del referendum sul comune unico (può essere previsto un referendum preventivo ma è fondamentale quello consultivo, con esito favorevole e senza quorum), come si inserirà la Comunità Montana in questo contesto…
Una miriade di dubbi e domande che, purtroppo, sono stati trattati sinteticamente e frettolosamente a causa della mancanza di tempo. L’interesse della popolazione per questi temi, tuttavia, permane alto e in particolare l’attenzione sulle dichiarazioni e gli impegni degli amministratori nell’orientarsi verso la medesima direzione, perché se davvero ci consideriamo un Comprensorio a vocazione turistica si tratterà di ragionare in termini “di marketing e non più di campanile”.
Anna Lanfranchi
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