UN SIGNIFICATIVO PROGETTO SCOLASTICO PER FAR RIFLETTERE I GIOVANI SULLA VIOLENZA
Gli studenti dell'IIS Alberti di Bormio sono stati protagonisti per un intero anno scolastico di un progetto di grande valenza sociale ed educativa, condotto dai professori Agostino Azzalini, Emanuela Capano, Valeria Curti, Giovanna Della Briotta, Elena Pini, Patrizia Romano, Katia Sassella e Cristiano Scandella, in collaborazione con alcuni avvocati del Foro di Sondrio impegnati nel sensibilizzare le giovani generazioni sui temi delicati e attualissimi della violenza nei confronti delle donne e, più in generale, sulle problematiche legate a soprusi, prevaricazione, maltrattamenti e abusi connessi alla sopraffazione di una persona sull'altra. Perché, si badi bene, non è un problema esclusivamente al femminile, dal momento che anche tanti maschi vivono situazioni di disagio emotivo legato a contesti familiari disgregati e violenti o, più semplicemente, ad atti di bullismo.
L'occasione per spiegare pubblicamente questo progetto è stato un pranzo offerto dall'Istituto e ispirato al tema della stregoneria, con piatti sapientemente composti dalle classi terze utilizzando ingredienti della tradizione locale e insaporiti con erbe e aromi vari che crescono spontanei sul territorio e che, sin dall'antichità, erano utilizzati nelle preparazioni alimentari e medicamentose, comprese le ricette di cui erano accusate le streghe.
«Una delle componenti della stregoneria – spiega la docente Patrizia Romano – è proprio costituita dalla lucida volontà di annientamento delle persone, le donne in particolar modo, che vengono sopraffatte perché reputate pericolose, diverse, o semplicemente perché non adeguate all'ordinarietà vigente dell'epoca. Tale argomento, perciò, si è ben innestato sul percorso progettuale che per mesi abbiamo portato avanti insieme agli avvocati del Foro di Sondrio Cristina Bordoni, Gianmaria Maiola, Manuela Mauro e Gabriele Redaelli per portare all’attenzione dei ragazzi alcune tematiche legate alla violenza di genere, al bullismo e cyberbullismo, all'utilizzo di linguaggi non appropriati, agli stereotipi di genere e favorire le loro riflessioni in merito. A partire dal mese di settembre, e per tutta la durata dell’anno scolastico, le varie classi si sono alternate ogni 15 giorni in un incontro didattico con gli avvocati, arrivando a coinvolgere l’intero Istituto».
«È stata un’esperienza grandissima e positiva – conferma l’avvocato Cristina Bordoni, che insieme ai colleghi fa parte del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Sondrio e collabora con il Centro Antiviolenza e con associazioni come “Il coraggio di Frida” – e un privilegio appassionante, ancorché impegnativo, poterlo svolgere insieme ai ragazzi, per i quali abbiamo anche simulato una sessione giudiziaria al Tribunale di Sondrio basata sul noto caso di Franca Viola. La Valtellina, tra l’altro, riguardo alla violenza al femminile presenta dati piuttosto alti, nonostante molti casi non vengano alla luce per il carattere chiuso delle nostre valli e anche per il senso enorme di vergogna che inevitabilmente si ripercuote su chi denuncia. Noi entriamo nelle scuole di tutta la Valtellina non solo per sensibilizzare, ma anche per offrire un sostegno a chiunque possa averne bisogno e, vi assicuro, ci sono situazioni che “spaccano il cuore”.
Un menù eccellente, a base di piatti accuratamente preparati e predisposti con professionalità, le portate servite con eleganza, la puntuale attenzione per l'ospite e un'ottima qualità del cibo. Fra una pietanza e l'altra, alcune riflessioni storico-culturali preparate dai ragazzi e persino una simpatica scenetta ripresa da un aneddoto tramandato dai nostri nonni, il tutto con la consulenza dello storico Marcello Canclini che ha tenuto ai ragazzi alcune lezioni di storia locale. «Questa scuola è davvero un’eccellenza locale – ha riconosciuto l’assessore di Valfurva Albina Andreola – e lo dimostra pienamente anche nell’attenzione verso i suoi studenti», come accaduto alla giovane studentessa dell'IIS Alberti proveniente dalla martoriata Mariupol e oggi felicemente integrata nella nostra realtà valligiana.
Anna
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