COME CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI? L’ESPERIENZA DELLE AZIENDE PUBBLICHE LOMBARDE

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COME CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI? L’ESPERIENZA DELLE AZIENDE PUBBLICHE LOMBARDE

Dom, 07/08/2022 - 16:29
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Santa Caterina Valfurva, a due passi dai ghiacciai a rischio estinzione, scelta come luogo simbolo per una riflessione su sostenibilità ed economia circolare


Di fronte al ritirarsi dei ghiacciai come quello dei Forni e al riaffiorare dell’antico borgo sommerso nel lago di San Giacomo a Cancano, due evidenti facce dei cambiamenti climatici in Valtellina, c’è chi ieri si è interrogato a Santa Caterina Valfurva sulle possibili strade da percorrere per contrastare gli effetti del clima, sulle soluzioni da adottare e sulla necessità di un’evoluzione culturale e negli stli di vita che deve toccare ciascuno di noi.

Alla Benedicta, ieri Confservizi Lombardia*, l’associazione che rappresenta oltre 160 aziende dei servizi pubblici locali sul territorio regionale, nell’ambito di un percorso di riflessioni promosso dall’Azione Cattolica Ambrosiana attorno all’enciclica “Laudato sì”, ha organizzato una tavola rotonda sul tema ‘Economia circolare. Cos’è? Come può rendere le nostre vite sostenibili? Perché ci aiuta nella lotta al cambiamento climatico? portando l’esperienza delle aziende pubbliche lombarde “che operano – come ha precisato il Direttore Generale Giuseppe Viola - in settori chiave per la gestione, salvaguardia e la cura del territorio e della natura come il servizio idrico, dell’energia e ambiente-rifiuti, oltre al trasporto pubblico, la casa sociale e le farmacie comunali”.  

Un dibattito ricco e articolato moderato da Simone Bosetti per Azione Cattolica Ambrosiana, riassumibile in tre parole chiave: sobrietà, complessità, relazioni.

Sobrietà, quella che sta alla base del concetto di economia circolare e allo stesso tempo degli stili di vita che ciascuno di noi dovrebbe adottare per non intaccare ulteriormente le risorse del Pianeta. Complessità, perché non esiste un’unica soluzione per affrontare la lotta ai cambiamenti climatici e non la si può affrontare in modo settoriale, ma sempre più integrato con una visione d’insieme. Relazioni perché le risposte non possono essere solo dei singoli, ma frutto di comunità scientifiche, tecnologiche, geografiche…e di collaborazioni industriali tra imprese.

“Parliamo spesso di ambiente, di beni comuni… bene, chiediamoci come li difendiamo! Partiamo innanzitutto dalla concretezza. Per fare una buona economia circolare, penso ad esempio nel settore della gestione dei rifiuti, contano le dimensioni – sottolinea Daniela Mazzuconi, Presidente di Brianza Energia Ambiente SpA e portavoce di Green Alliance – Più le imprese pubbliche collaborano tra loro e più possono dare risposte all’altezza. Non possiamo pensare ad esempio che in ogni Comune o territorio abbia un proprio impianto per trattare i rifiuti, ma è sempre più necessario creare collaborazioni e reti tra imprese pubbliche per poter fare ricerca, realizzare impianti, innovativi e rispondenti alle esigenze del territorio. Ricordiamo inoltre che le aziende pubbliche reinvestono con convinzione e per norma tutti gli utili nei territori in cui operano con forti e positive ricadute sociali”.

Relazioni e collaborazioni industriali tra settori che sembrano diversi (servizio idrico e igiene urbana) sono le risposte concrete anche per chi gestisce l’acqua (dal rubinetto alla depurazione), come ha puntualizzato Enrico Pezzoli, Presidente di Como Acqua Srl e portavoce di Water Alliance, e ora si trova a fronteggiare l’aumento esponenziale dei costi energetici e di smaltimento dei fanghi di depurazione di questi ultimi mesi. “Abbiamo studiato progetti su come trasformare rifiuti, fanghi e scarti di verde e ramaglia (in gergo Forsu), in risorse: energia elettrica e biometano per il parco automezzi aziendale”.

Sulla necessità di cambiare modelli economici in ottica di economia circolare partendo dall’analisi dei processi produttivi ha insistito Massimo Di Domenico, Presidente di Service 24 ambiente, sottolineando quanto sia importante valutare le aziende anche in base ai consumi di acqua, energia, materie prime…

Ma accanto all’impegno delle aziende pubbliche per preservare l’ambiente e contrastare i cambiamenti climatici, ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Come? Qualche suggerimento lo ha dato Pierluigi Arrara, Presidente di Amiacque Srl che promuove nel territorio della Città Metropolitana di Milano percorsi di educazione ambientale tra i più giovani. “Noi Italiani siamo tra i maggiori consumatori di acqua (circa 250 litri a testa al giorno) e tra i primi consumatori di acqua in bottiglia al mondo. Beviamo con tranquillità l’acqua del rubinetto (è supercontrollata!), preferiamo la doccia al bagno, chiudiamo l’acqua mentre laviamo i denti o facciamo la barba, non laviamo l’auto tutte le settimane… semplici gesti che moltiplicati per tutti noi fanno la differenza”!

 

Paola Busto
Comunicazione e Pr Confservizi Lombardia

 

 

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