“Giustizia e letteratura”, binomio vincente

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“Giustizia e letteratura”, binomio vincente

Lun, 08/11/2021 - 14:30
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Il professor Forti: «Le storie integrano le nostre esperienze di vita»

 

Più che una lezione, una conversazione nel solco della «modalità socratica» per consentire agli studenti di comprendere i nessi fra diritto e letteratura. Questo il metodo scelto dal professor Gabrio Forti, Ordinario all’Università Cattolica del Sacro Cuore dove insegna Diritto Penale e Criminologia, nel corso dell’incontro online incentrato sul tema “Giustizia e letteratura” che si è svolto questa mattina in diretta Zoom e che ha radunato un centinaio di studenti delle scuole superiori delle province di Sondrio e Cremona. 

«Ringrazio il professor Forti che ci ha dato la disponibilità a tenere tale incontro sul tema del diritto e della letteratura – ha dichiarato il Dirigente Ust, Fabio Molinari –. Trovo davvero interessante l’idea di far dialogare due elementi che magari ad un primo impatto sembrano difficilmente conciliabili e ringrazio i suoi colleghi poiché nei prossimi mesi seguiranno ulteriori incontri. Il suo intervento sarà presto disponibile sul canale Youtube dell’Ust a disposizione di chi oggi non ha potuto partecipare alla diretta».

«Il canale della letteratura può sicuramente andare a vantaggio di quelle competenze non tecniche estremamente importanti per un giurista», ha spiegato il professor Forti che poi ha stimolato gli studenti chiedendo loro: «Chi è un giurista?» «Il concetto di giurista è ampio e variegato non si tratta solo di tecnici o burocrati ma, come sottolineato oggi da alcuni ragazzi, anche di persone che hanno a cuore la giustizia», ha spiegato. E ancora: «In cosa consiste prevalentemente l’attività del giurista?». «Oltre alla conoscenza del diritto e delle norme è importante saper interpretare tali norme ad esempio, un avvocato dovrebbe riuscire ad immedesimarsi nel ruolo di un decisore giudiziario, provando ad anticipare le eventuali decisioni di un giudice magari per preparare la propria arringa finale in sede processuale». Ma «che cosa è necessario per dare una buona interpretazione delle norme?». «Importante il confronto tra il fatto compiuto e la descrizione che ne dà la norma, quella che noi definiamo la fattispecie incriminatrice – ha sottolineato –. Gli studi dell’ermeneutica contemporanea, infatti, ci dicono che il giudice valuta in base ad un continuo rimando tra il fatto e la norma».

«Per essere un bravo giurista occorre avere una buona conoscenza delle storie delle persone, saper ascoltare senza restare chiusi nel proprio “studiolo” come faceva Don Ferrante nei Promessi Sposi – ha spiegato infine il relatore –. La letteratura è un grande giacimento di storie che ci permette di vivere vite che non sono le nostre, immedesimarci nei protagonisti e sviluppare quella capacità di cogliere sentimenti e bisogni altrui. La letteratura svolge un ruolo importante nell’integrazione dell’esperienza di vita, aspetto molto utile nell’esercizio della professione. Da non sottovalutare poi, per diventare un buon giurista, l’importanza e la precisione nell’utilizzo delle parole. La formula di Flaubert “Occorre trovare la parola giusta” vale tanto per uno scrittore quanto per un bravo giurista».  

 

 

Ufficio Stampa UST

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