IL SERVIZIO ANTINCENDIO BOSCHIVO: VOLONTARI E OPERATORI SPECIALIZZATI PER LA SALVAGUARDIA DEI NOSTRI BOSCHI

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IL SERVIZIO ANTINCENDIO BOSCHIVO: VOLONTARI E OPERATORI SPECIALIZZATI PER LA SALVAGUARDIA DEI NOSTRI BOSCHI

Sab, 05/08/2023 - 18:26
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Presso la Comunità Montana Alta Valtellina di Bormio (CMAV) è istituito da quasi un decennio un servizio di Antincendio Boschivo che, attraverso l’opera di volontari e di operatori specializzati, è attivo nei servizi di vigilanza e di spegnimento degli incendi nei boschi.

«La Regione Lombardia – spiega Umberto Clementi, responsabile dell’ufficio Ambiente Agricoltura e Foreste CMAV – demanda alle Comunità Montane le mansioni relative all’antincendio boschivo. Noi siamo partiti nel 2015 con l’organizzazione di un primo corso in collaborazione con il Parco Nazionale dello Stelvio, che ci aveva fornito supporto, e nel giro di questi 8 anni siamo riusciti a formare uno staff di oltre 40 volontari. Una parte di questi è inquadrata nel gruppo intercomunale coordinato direttamente dalla CMAV, gli altri sono volontari che afferiscono a gruppi di Protezione civile comunali (Valfurva e Sondalo) o all’Associazione Nazionale Alpini (in particolare il Gruppo ANA di Piatta) che, opportunamente formati e dotati di diploma di specializzazione, si mettono a disposizione anche per le operazioni di antincendio grazie ad apposite convenzioni siglate con la CMAV. A tutti questi gruppi la CMAV contribuisce in parte, sia con dotazioni ed equipaggiamenti, sia attraverso i corsi di formazione specifica per il conseguimento delle varie specializzazioni necessarie; inoltre, tutti i volontari sono sottoposti a periodiche visite mediche per verificare l’idoneità al servizio».

«Quello comunitario – aggiunge Michele Zanoli, responsabile del servizio Territorio e Protezione Civile – è un lavoro di coordinamento molto importante, perché funge da riferimento per tutta la gestione dei volontari che, a vario titolo, entrano in gioco nelle operazioni di antincendio. È fondamentale sottolineare che il nostro non è un lavoro in sovrapposizione con i Vigili del Fuoco, semmai di complementarietà poiché sono diversi i fronti su cui ci si trova ad intervenire e, a seconda dei casi, la Centrale Operativa di Curno attiva le varie squadre. Bisogna, inoltre, considerare l'importanza della formazione degli operatori, affinché possano sempre agire con efficienza sul territorio» (VEDASI BOX IN FONDO).

Spesso si pensa che i volontari intervengano solo nei casi di incendio; in realtà una parte fondamentale del loro lavoro è anche quello di pattugliamento e di sorveglianza, in particolar modo nei periodi ad alto rischio di incendio boschivo, quando anche una semplice distrazione può causare un disastro ambientale al territorio. Gli incendi, infatti, oltre a costituire un pericolo potenziale per tutti gli esseri viventi, sono una vera e propria sciagura per l’ambiente in cui si sviluppano poiché determinano un drastico aumento del rischio idrogeologico (il terreno bruciato diventa estremamente debole e fragile e in caso di eventi torrenziali non ha più tenuta) nonché un danno catastrofico per la biodiversità (morte di piante e di animali) e per il bosco stesso, che impiega parecchi decenni per rigenerarsi.

A tale proposito, la pratica ancora in uso di bruciare i terreni per favorire la loro ripulitura rappresenta uno dei maggiori pericoli per il divampare di incendi, in particolare se queste operazioni vengono effettuate in radure ai margini del bosco e in determinate condizioni meteorologiche. Ma anche le occasioni di festa possono costituire una minaccia che mette a repentaglio gli ecosistemi: i falò agostani, i fuochi d’artificio, le “lanterne di Capodanno” di importazione orientale… in tutte queste occasioni, quando l’allerta per il rischio è massima, i volontari antincendio si prestano a pattugliare i boschi e sono pronti ad intervenire ogni volta che ce ne sia bisogno, con spirito di sacrificio ma soprattutto con la consapevolezza che il bosco è una fonte di vita primaria anche per l’uomo.

«In Alta Valle – ci informa Gerardo Urbani, volontario con qualifica regionale DOS (Direttore Operazioni Spegnimento) – abbiamo effettuato 13 interventi nel 2022, un numero non indifferente per un territorio come il nostro, relativamente piccolo rispetto ad altre grandi estensioni boschive ma dove le difficoltà di intervento sono amplificate dalla morfologia e dal numero ristretto di operatori. La maggior parte di questi incendi sono stati colposi/dolosi e solo grazie a un rapido intervento delle squadre di volontari antincendio e di vigili del fuoco non hanno avuto conseguenze troppo gravi».

È più che mai necessaria la formazione di una coscienza civica anche su questo aspetto, che troppo spesso si tende a sottovalutare senza considerare il ruolo fondamentale dei boschi nella mappa del rischio idrogeologico. Anche per questo, i volontari antincendio sono impegnati in attività educative all’interno delle scuole, organizzando giornate di formazione in cui i piccoli alunni possono toccare con mano la realtà operativa dell’antincendio boschivo.

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LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI: UNA PIETRA ANGOLARE DEL PERCORSO AIB

I volontari antincendio boschivo sono sottoposti periodicamente a corsi di aggiornamento ed esercitazioni sia per il mantenimento dei brevetti di specializzazione conseguiti nel tempo, sia per intervenire nel modo migliore in caso di emergenza. In quest’ottica rientrano anche gli scambi culturali che il gruppo antincendio afferente alla CMAV promuove con altri gruppi similari. In particolare, da diversi anni i nostri volontari si recano all’isola d’Elba per una settimana formativa organizzata dall’associazione di Volontariato – Antincendio Boschivo e Protezione Civile “La Racchetta” onlus nella persona del referente Alessandro Lupi, che ha 50 anni di esperienza nel settore. «Le esercitazioni – spiega il coordinatore e responsabile comunitario Michele Zanolisono un pilastro insostituibile di formazione e durante questa settimana all’Elba tutti noi ci mettiamo a disposizione dell’associazione per turni di pattugliamento e reperibilità h24, affiancati ai loro volontari. In seguito, anche noi organizziamo uno scambio culturale ospitando i volontari elbani, che qui si possono rendere conto dell’ambiente in cui noi ci troviamo ad operare e delle maggiori difficoltà logistiche. Queste occasioni diventano per tutti un momento di confronto importante sulle tecniche e sulle modalità operative, pur trattandosi di contesti differenti: basti pensare che loro sono circondati dall’acqua e quindi hanno meno necessità di spostarsi rispetto a noi. Ma qualunque siano le circostanze, ciascuno può trarre informazioni importanti per svolgere sempre meglio la propria attività di volontariato e per il proprio bagaglio di esperienza personale.

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Anna

Chi fosse interessato a conoscere le attività di antincendio boschivo può rivolgersi a Michele Zanoli

c/o Comunità Montana Alta Valtellina

[email protected]

0342-912303

 

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