Secam: perchè non si chiede un parere alla Corte dei Conti?
S.EC.AM. sostiene che i suoi conteggi sul servizio rifiuti e le somme che pretende a conguaglio “sostituiscono” i contratti in essere con i Comuni perché così prevedono le disposizioni di ARERA. Le disposizioni di ARERA valgono però solo dove esistono gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali). In provincia di Sondrio, come del resto in tutta la regione, abbiamo l’ATO per il servizio idrico ma non l’ATO per i rifiuti.
Nel corso dell’assemblea degli Enti del 30.09.2022 S.EC.AM. ha dichiarato che avrebbe contestato le deliberazioni di quei Comuni che hanno approvato tagli al PEF grezzo. Perché non l’ha fatto? Non bastano le dichiarazioni a verbale e le lettere minacciose: per impugnare o contestare una deliberazione occorre un ricorso al TAR, fatto entro i termini previsti dalla normativa.
Del resto anche i cittadini hanno dovuto seguire la strada di petizioni, segnalazioni, diffide, ricorsi al TAR, fino ad arrivare al ricorso al Consiglio di Stato. E questo, spiace dirlo, anche perché in provincia di Sondrio non ci sono state né organizzazioni sindacali , né organizzazioni in difesa dei consumatori, né amministratori (salvo rare eccezioni) che abbiano avuto il coraggio di andare contro le correnti politiche che governano gli Enti locali sovracomunali. In definitiva, i Sindaci (quasi tutti) sono corresponsabili di questa situazione. Come minimo “non hanno vigilato” nè “studiato” a sufficienza per evitare quello che un Sindaco stesso ha descritto come “un baratro” vicinissimo”.
Sempre nel corso dell’assemblea degli Enti del 30.09.2022, per la prima volta S.EC.AM. Ha parlato ai Soci (perché all’Ufficio d’ambito lo disse già nel 2019) di situazione grave e di conclamato disequilibrio economico finanziario difficilmente sanabile. Di contro alcuni dei Comuni che hanno respinto le fatture dei conguagli sui rifiuti sarebbero anche pronti a pagare, a fronte di un parere favorevole della Corte dei Conti che mettesse al riparo amministratori ed uffici comunali da qualsivoglia responsabilità di danno erariale. Il danno erariale prevede che ci si possa rivalere sul dipendente pubblico che l’ha commesso e che è tenuto a risarcirlo anche tramite il suo patrimonio personale. Ma chi davvero ha creato il danno? Qualcuno dovrebbe rispondere.
Nessuno ha reagito o risposto alla nostra paventata ipotesi che occorreva indagare sui mancati incassi: una ipotesi, come abbiamo già detto, tutta da verificare, ma che andrebbe verificata.
Sembra che il “salvataggio” di S.EC.AM. verrà affidato ad un Direttore Generale. Non vediamo l’ora di conoscerlo per chiedergli un incontro: abbiamo molte cose da raccontargli.
Dopo tutte queste premesse la domanda è: perché ci si ostina a cercare di trovare soluzioni fantasiose? Ad esempio passività pregresse non previste in contratto (come sostiene il comune di Ardenno), Addendum ai contratti stipulati per i rifiuti che prevedono pagamenti anche per i due anni precedenti (come sostiene Sondrio)? Perchè invece non si chiede un parere alla Corte dei Conti?
Il Comitato Coordinamento acqua pubblica di Sondrio ha già presentato a suo tempo una segnalazione alla Corte dei Conti il 17.04.2021 riguardante il piano industriale 2019/2023 di S.EC.AM. e il bilancio 2019. Nell’interesse collettivo il Comitato si sta ora chiedendo se non sia il caso di ragguagliare la Corte dei Conti sull’evoluzione dei fatti.
Per il Comitato coordinamento acqua pubblica della provincia di Sondrio
Martina Simonini
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