"NON LASCIATECI SOLI"! I SINDACI DELL'ALTA VALLE SUL MORELLI DI SONDALO
L’eco della voce del Morelli di Sondalo continua a propagarsi di assemblea in assemblea, di incontro in incontro, di conferenza in conferenza, sebbene l’unico denominatore comune sembri l’incertezza su quel che sarà il futuro del nosocomio sondalino, da anni al centro di diversi progetti mai davvero risolutivi.
Questa volta, a fare il punto della situazione, sono i 6 sindaci del Mandamento riuniti nella sala municipale di Sondalo: 6 voci che, all’unisono, parlano del lavoro enorme che è stato fatto e che si sta portando avanti intorno al Morelli, nonostante i venti contrari che continuano a tempestare sul loro operato e che spesso imperversano da ogni lato.
«C’è un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni – si rammarica il sindaco Ilaria Peraldini – ma lo siamo anche noi. Le preoccupazioni dei nostri concittadini che non hanno risposte sanitarie, sono anche le nostre e vediamo bene che la situazione è diventata insostenibile e che sull’ospedale di Sondalo viene mantenuta una condizione legata ancora al covid con tutte le limitazioni che ne conseguono per l’impiego del personale e dei reparti, mentre negli altri ospedali d’Italia si è dato ormai spazio alle attività chirurgiche ordinarie.
Abbiamo fatto presente la situazione più e più volte ai vertici regionali, che – lo ricordiamo – sono i soli preposti a decidere in materia di sanità: abbiamo incontrato la Moratti anche la scorsa settimana, abbiamo contatti continui con il DG regionale Pavesi e con il Direttore di ASST Saporito, abbiamo avanzato proposte e stiamo lavorando a un progetto con professionisti come Marco Vitale, l’avv. Florian, Livio Dei Cas su una fondazione pubblico-privata che collochi il Morelli su un livello sovraregionale (https://www.altarezianews.it/2021/11/una-fondazione-la-gestione-complessa-dellospedale-morelli), ci siamo persino costituiti in giudizio contro il sindacato ANAO, per il quale risponderemo noi in prima persona e con risorse proprie che abbiamo reperito.
Possiamo essere silenti – assicura il sindaco – ma l’argomento-Morelli è sempre stato al centro delle nostre priorità e sappiamo che le azioni di Regione Lombardia sul l'ospedale sono state, sinora, insufficienti. A oggi, sono centinaia le richieste di chiarimenti trasmesse alle istituzioni regionali e presto arriveremo a mettere il punto su quella che sarà definitiva e perentoria che ci potrebbe portare a rivedere la nostra posizione.
Noi abbiamo la responsabilità di rappresentare tutta la nostra cittadinanza e davvero stiamo facendo tutto il possibile, considerato anche il nostro ruolo (che non ha competenza in materia sanitaria); ma dev’essere chiaro che le decisioni sono prese a livello regionale».
È stato quasi uno sfogo, quello del primo cittadino di Sondalo, che non ha mancato di sottolineare i problemi e le difficoltà nel portare avanti una questione tanto complessa dietro alla quale c’è una mole di lavoro non indifferente, di cui il cittadino medio è spesso ottusamente inconsapevole. Lo ha sottolineato bene il sindaco Massimiliano Trabucchi: «La materia sanitaria è complessa, è molto più che scrivere post su Facebook. Noi non siamo infallibili, ma il nostro impegno sulla tutela del Morelli è costante e continuo e lo svolgiamo senza tessere di partito e senza svenderlo. Il malessere che si respira è concreto ed è positivo che ci sia una coscienza civile che porti la gente ad esprimere un dissenso. Ma questo dissenso deve essere obiettivo».
Il riferimento inevitabile approda al Movimento popolare "Rinascita Morelli autonomo", che sta dettando una sua linea di protesta: «Noi abbiamo il massimo rispetto per loro – chiarisce il sindaco Alessandro Pedrini – perchè combattiamo la stessa battaglia e in passato siamo stati al fianco del Comitato preesistente. Come sindaci, però, abbiamo il dovere di confrontarci con tutti e non possiamo esimerci dal nostro ruolo istituzionale. Tuttavia, gli attacchi non dovrebbero ricadere su di noi ma sui vertici regionali, perchè è la Regione l’interlocutore primario in materia sanitaria! Noi ci aspettiamo risposte concrete dalla Regione, che non sono ancora arrivate, ma non siamo rimasti fermi, siamo sempre stati in prima linea, anche se qualcuno si è dimenticato di quello che abbiamo fatto, e anche adesso ci stiamo impegnando per per cercare un modello innovativo che tuteli il Morelli, anche se non comunichiamo tutti i giorni quello che facciamo».
Ciò che forse più amareggia queste persone (ché i sindaci, sono esseri umani come noi), è la gogna a cui periodicamente vengono sottoposti sui social, spesso anche con toni pesanti e irriguardosi. Di qui l’invito degli altri sindaci, Remo Galli, Silvia Cavazzi e Angelo Cacciotto, rivolto a un confronto che sia davvero costruttivo (“non si può cercare il dialogo e al tempo stesso offendere”).
In particolare, il sindaco di Livigno, puntualizza la grave responsabilità di coloro che, con un atteggiamento mediatico un po’ troppo sregolato, contribuiscono a creare una frattura tra cittadini ed istituzioni e ribadisce l’impegno senza sosta sulla problematica sanitaria: «Siamo al servizio dei nostri cittadini, non ci interessano le battaglie politiche sopra la nostra testa, crediamo invece nel dialogo e nelle alleanze – anche con Sondrio –; qualunque movimento di protesta, se in buona fede, dovrebbe essere vicino ai sindaci e non contro i sindaci. Non lasciateci soli».
Il sindaco di Bormio, dal canto suo, sottolinea l’importanza del contributo che Regione Lombardia ha designato per il Morelli di Sondalo e l’opportunità che le Olimpiadi potrebbero rappresentare anche per il futuro della sanità in Alta Valle: «48 milioni non sono pochi... sono fiduciosa, ma dobbiamo essere noi i protagonisti di un percorso che potrà distinguere il Morelli all’interno della sanità lombarda e sono convinta che potrà essere un vero polo attrattivo se sapremo operare scelte strategiche e lungimiranti».
Se lo scarso coinvolgimento della popolazione può aver avuto un qualche peso nella diatriba in atto a livello di social e di media, i sindaci garantiscono presto un incontro pubblico aperto a tutti; forse rimandato troppo a lungo (anche a causa della pandemia), potrebbe essere l’occasione buona per coinvolgere non solo l’Alta Valle, ma anche quella consistente fetta di valtellinesi (come i comuni della zona di Grosio e Tirano) che continuano a mantenere un “assordante silenzio” su una realtà che li coinvolge in pieno.
Anna
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