FRAMMENTI DI STORIA - Messaggi segreti nei nomi di luogo

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FRAMMENTI DI STORIA - Messaggi segreti nei nomi di luogo

Dom, 05/12/2021 - 22:54
Pubblicato in:
VF strada

 

I nomi di luogo avevano tutti originariamente un significato preciso; in seguito, a causa di vicende per ciascuno diverse, molti di essi hanno perduto la loro radice originaria e di conseguenza la loro motivazione. Nell’interessante articolo di don Remo Bracchi vengono presi in considerazioni molti toponimi con i cambiamenti originatisi nel tempo, di alcuni dei quali si è persa completamente la memoria.

Esistono nomi che procedono dal generale al particolare, ossia dall’universalità di un luogo vengono poi circoscritti in spazi più ristretti attraverso delle specifiche attribuzioni: ad esempio il termine “acqua” indica generalmente un qualsiasi idronimo, ma per designare un particolare luogo diventa “Aqua Granda (il Frodolfo), Aqua forta (la sorgente ferruginosa di S. Caterina), Aqua neira (in val Pisella), ecc. Questi ultimi, a loro volta, possono subire drastiche variazioni nel tempo tanto da diventare quasi irriconoscibili, come Cadòbla (da Aqua dobla ossia con biforcazione) o Cà Marcia (da Aqua marcia).

In alcuni casi l’appellativo di accompagnamento indicava la collocazione geografica (di dentro, di fuori, di sotto, di sopra… da cui probabilmente il toponimo Rosomp in Valfurva, contrazione di rivus summus). Il toponimo poteva rivelarsi anche utile per segnalare potenziali pericoli, in particolare le zone soggette a valanghe e slavine: l’Al dal pericul nei pressi del Tresero, o le numerose località contrassegnate dai nomi Roina o Leina. Interessante a tale proposito la variazione subita nei documenti dal bosco di Cornogna: negli Statuti del 1402 è detto soltanto “buschus de Cornonia”, mentre nel primo dopoguerra fu chiamato anche “pelè da Curnogna” a causa di un ciclone che aveva raso al suolo tutte le piante (ora ricresciute). Anche il vecchio toponimo della pianura ove oggi sorge S. Caterina era un preciso avvertimento per i nostri antenati: Magliaga rimandava alle paludi esistenti e al più antico “Magnavacha” in ricordo di qualche bestia morta inghiottita dal pantano.

Un contributo scientifico ma per nulla noioso, ancorato com’è al nostro territorio e alla nostra storia. E non privo di curiosità linguistiche che stupiranno il lettore!

 

Anna

 

R. BRACCHI, Messaggi segreti nei nomi di luogo, Bollettino n. 13/2010

http://www.cssav.it/wp-content/uploads/2017/02/Bsav-13-Bracchi.pdf

Foto: archivio Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo