SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: UNA STORIA SBAGLIATA

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SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: UNA STORIA SBAGLIATA

Gio, 23/09/2021 - 18:08
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Il Comitato Coordinamento Acqua Pubblica della Provincia di Sondrio esprime gravi preoccupazioni sul gestore
acqua

 

Già dal 2004 al 2009 un consigliere provinciale notò una certa superficialità nella predisposizione degli atti per la costituzione dell’Ufficio d’Ambito. Sono state presentate diverse mozioni ed osservazioni che sono state puntualmente respinte dalla maggioranza del Consiglio Provinciale.

La provincia affidò a Secam Spa l’incarico per la ricognizione delle infrastrutture del Servizio Idrico Integrato. Il consigliere provinciale Simonini chiese formalmente che la ricognizione fosse inviata ai comuni per un controllo/confronto perché era chiaro che c’erano delle carenze nella ricognizione stessa. L’allora assessore provinciale rispose che non era necessario ma che se qualche comune l’avesse chiesta avrebbe potuto averla. Ma come potevano richiederla visto che non sapevano che esistesse giacché la Provincia non ha mai approvato/pubblicato la ricognizione medesima? Simonini si consulta con diversi legali e fatta la richiesta di accesso agli atti ottiene la copia della ricognizione e con Luca Vitali la pubblica sul sito www.acquavaltellina.altervista.org ove si trova tutt’ora.

Nel 2014 il processo di trasferimento al gestore unico Secam Spa subisce, per diversi motivi, una rilevante accelerazione. Il passaggio avviene senza una adeguata informazione agli utenti che, quando ricevono le fatture, cominciano ad agitarsi. C’è una tariffa sola, nessuno scaglione; i proprietari di seconde case sono i più penalizzati economicamente ma si sentono anche beffati: nessuno ha chiesto loro di installare il contatore e per questo si vedono costretti a pagare un consumo di 153 metri cubi/anno quando mediamente ne consumano una ventina.

Nel 2015 un gruppo di cittadini della Valmalenco ci invita a presentare una petizione propositiva per raddrizzare le cose. Ci sembra di buon senso ed accettiamo di portarla avanti a livello provinciale. Aggiungiamo qualche punto alla loro proposta. I punti della petizione propositiva diventano 10, raccogliamo quasi 7000 firme che trasmettiamo sia a Secam che all’Ufficio d’ambito che alle locali associazioni in difesa dei consumatori. Alcuni dei 10 punti a distanza di 6 anni sono tuttora attuali. Intanto già da tempo il Comitato ha cominciato a studiare il piano d’ambito e con l’aiuto di consulenti ed amici avvocati emergono un sacco di irregolarità ed illegittimità (dalla tariffa unica a dati e calcoli sbagliati).

Decidiamo di procedere con l’azione di classe pubblica.

Poiché Secam Spa ed Ufficio d’ambito ci rispondono (spesso a mezzo stampa) che è tutto regolare e non intendono mettere in atto nessuna azione correttiva, procediamo con il ricorso al TAR sostenuto da oltre 500 persone e dalla Confconsumatori  nazionale. Nessuna delle associazioni locali in difesa dei consumatori si allea con noi ed anzi, una di queste organizza incontri pubblici per dire che tutto va bene.

Il TAR respinge il nostro ricorso per un vizio di forma (a nostro dire, e della Confconsumatori, inesistente) senza entrare nel merito.

La Confconsumatori presenta ricorso al Consiglio di Stato che deve ancora esprimersi.

In mezzo a tutto questo continuiamo a studiare gli atti dell’Ufficio d’ambito, teniamo diverse riunioni con alcuni Sindaci; mettiamo a disposizione esperti ed avvocati sia agli amministratori che agli utenti; scriviamo a tutti i Sindaci in diverse occasioni mettendoli in guardia su vari aspetti e già nel 2017 evidenziamo che Secam Spa non va affatto bene e se continua così andrà a finire malissimo. Scriviamo anche ad Ente Provincia, AGCM, ARERA e alla Corte dei Conti. Più e più volte all’Ufficio d’ambito che dovrebbe controllare il gestore Secam e che invece ne accoglie supinamente tutte le richieste.

Abbiamo scritto ai Sindaci anche recentissimamente e ad onore del vero qualcuno di loro ci ha anche ringraziato.

Abbiamo scritto anche al Cda di Secam Spa.

Gli ultimi preoccupanti avvenimenti sono i seguenti:

1) Secam ha nominato un comitato etico e su questo aspetto ci riserviamo di dire cose tra qualche tempo.

2) Secam ha ricevuto da ANAC l’intimazione a fare in modo che tutti i comuni possano esercitare il controllo su Secam stessa riconoscendo quello che andiamo dicendo da tempo: Secam Spa è una società interamente pubblica che si comporta come una privata.

3) Dopo una serie di manovre finanziarie pesantissime per i comuni soci ora Secam Spa ne chiede di ulteriori:

a) un conguaglio 2020 di diverse centinaia di migliaia di euro per il servizio rifiuti (Livigno oltre 500.000 euro; per Bormio 300.000; per Valdidentro 170.000 solo per citarne alcuni). Per tutti i comuni si tratterebbe di debiti fuori bilancio e sarebbe curioso sapere cosa ne pensa la Corte dei Conti.

b) un aumento delle tariffe dell’acqua che i comuni non sono in grado di controllare perché l’Ufficio d’ambito si rifiuta di fornire il tool di calcolo.

4) Senza neppure avvisare preventivamente i soci, Secam Spa (Servizi Ecologici Ambientali Spa) ha deciso di trasferire una grossa fetta di servizi alla sua controllata a S.E.A. SRL (Servizi Ecologici Ambientali Srl). Non se ne conoscono previsioni ed effetti

Già  nell'incontro tenutosi presso l'Ufficio d’Ambito  a Sondrio il 20/11/2019, De Gianni afferma: "In caso non andasse in porto il finanziamento anche l'UdA si troverebbe in una situazione delicata, in quanto vi sarebbe un gestore privo delle caratteristiche per mantenere l'affidamento del servizio, perché se si perde l'equilibrio economico finanziario la conseguenza è appunto questa".  Il direttore dell’Ufficio d’ambito Ing. Lombardi, nel corso della medesima riunione ricorda che "il compito dell'UdA consisterebbe nel valutare mediante l'avvio di un'istruttoria volta all'analisi dell'andamento complessivo di Secam" e aggiunge che, vista l'urgenza dei tempi, sarebbe meglio "trovare un accordo per il dilazionamento dei rimborsi dei ratei dei mutui con i propri soci all'interno dell'assemblea dei soci stessi”. In tal caso, precisa,  “ l'Ufficio d’Ambito  non verrebbe coinvolto in nessun momento del processo decisionale...".  Ci sembrano affermazioni gravi che meritavano  una riflessione seria già da allora.

E’ brutto dire “l’avevamo detto”, ma lo ripetiamo per l’ennesima volta: è una storia sbagliata fin dall’inizio e, sperando che non sia già troppo tardi, i soci (Comuni, Provincia, Comunità Montane) dovrebbero mettersi di buzzo buono e passare S.EC.AM. Spa e le sue attività ai raggi x  nel tentativo di promuovere una vera e seria ristrutturazione aziendale.

 

Per il Comitato Coordinamento Acqua Pubblica della Provincia di Sondrio

Martina Simonini

Luigi Scotti

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