SONDALO: UN OSPEDALE DI CAMPANILE?
9 luglio 2021
Non mi trova d’accordo la presa di posizione della ANAAO-ASSOMED Lombardia (per intenderci, il sindacato dei medici e dirigenti sanitari), che in un comunicato stampa odierno critica la scelta di riportare Sondalo alla situazione antecovid attribuendola a manovre di lottizzazione elettorale e biasimando lo spreco di risorse usate per la centralizzazione precedente “su un unico presidio delle specialità necessarie alla creazione di un polo completo”. Che tale centralizzazione non abbia sinora risposto adeguatamente alle aspettative è abbastanza evidente, ma ritenere il Morelli, oggi come oggi, un semplice “ospedale di campanile” la dice lunga sulla visione della realtà alpina e della quotidianità di chi in montagna ci vive.
La realtà attuale è che in Valtellina, come in altre località alpine, la forbice tra l’intervento in emergenza urgenza e la collocazione del paziente nella struttura più idonea è ancora troppo larga, e talvolta persino letale, come insegna l’amara vicenda dello scorso marzo.
Se – come afferma ANASO-ASSOMED Lombardia – con il ripristino del Morelli “vengono calpestate le più semplici direttive medico-scientifiche” – cosa dovremmo dire noi dei nostri diritti di pazienti? Forse s’intende che il nostro diritto è quello di morire?
L’ospedale di Sondalo costa, ma fino a quando non verrà garantito un accesso davvero rapido e tempestivo in uno dei grandi ospedali del XXI secolo, forse è un costo che possiamo evitare di criticare, se serve a salvare vite. Vite che – per concludere – non sono numeri né “volumi adeguati”, ma sono storie, legami, affetti.
Anna
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