LA MIĞIONDÀRA: la frazione di Sondalo rivive con successo la magia dell’autunno

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LA MIĞIONDÀRA: la frazione di Sondalo rivive con successo la magia dell’autunno

Mar, 22/10/2024 - 15:14
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Domenica 13 ottobre si è svolta la IV edizione de “La Miğiondàra - Castagne e bontà d’autunno” (abbinata al trekking in rosa, in occasione del mese della prevenzione) che quest’anno è stata inserita anche nel portale turistico #inLombardia, tra le esperienze d’eccellenza, da fare in autunno. Un evento che nel corso degli anni ha riscosso sempre più successo, come testimoniano le presenze dell’edizione 2024: 500 i BontàPass venduti e oltre 1000 le presenze stimate nella frazione di Migiondo, borgo rurale di Sondalo, provenienti da tutta la regione. A commentare l’evento, per APT Sondalo, Renato Ciaponi, giornalista, agronomo e direttore del blog “Il Gusto del Gusto”.



Migiondo, 13 ottobre 2024.

Sono le 17 di domenica 13 ottobre. Una ventina di persone aspetta ancora in coda le caldarroste calde appena allontanate dal fuoco. Una mongolfiera si alza nuovamente per la gioia dei bambini che da dieci metri d’altezza possono vedere i tetti in pietra della piccola frazione e i colori autunnali dell’ultima parte della valle. Sul prato allestito con tavoli e panche, qualche ritardatario assapora lentamente il tiramisù con maron glacé preparto dalle ragazze dell'associazione giovanile gli Sgangherati di Frontale.
Sono a Migiondo, piccola frazione di Sondalo dove tra i vicoli stretti, tra case contadine ristrutturate, sono ancora ben visibili i segni di una antica vita contadina rappresentata da case in sasso, fienili, stalle, concimaie, lavatoi, affreschi. Un piccolo borgo dove l’APT di Sondalo ha organizzato la IV edizione de la Miğiondàra, una passeggiata gastronomica per gli amanti delle cose buone tra i colori dell'autunno, le suggestive selve e le caratteristiche vie di Migiondo. Un percorso di saperi e sapori, gustando le bontà di stagione tipiche del territorio e della tradizione valtellinese.
Un grande successo di partecipazione di tanti volonterosi volontari delle associazioni di Sondalo (una settantina) che hanno voluto essere presenti, ma soprattutto di valtellinesi e non che hanno ammirato una piccola comunità dove l’attività agricola è ancora particolarmente presente con alcune aziende, dove tutto è pulito e non abbandonato. Più di 500 pass venduti a persone che hanno voluto assaggiare le specialità e camminare lentamente tra le varie postazioni chiacchierando anche con i volontari sempre sorridenti e disponibili.
Un successo già annunciato questa mattina alle 9.30 alla partenza della “Miğiondàra in rosa”, camminata per la prevenzione che ha visto la partecipazione di più di sessanta persone, promossa in collaborazione con il Comune di Sondalo e l’associazione Amazzoni (presenti il Sindaco Ilaria Peraldini e la presidente Giuseppina Osmetti). 5 chilometri (13.120 passi dell’App Pedometro) con due gradite guide: l’Accompagnatrice di Media Montagna Laura Besseghini e la naturalista Benedetta Sala, di “Due Passi in Natura”. Due voci, durante il percorso, ricche di informazioni sulla storia di Sondalo e dell’Ospedale Morelli (Laura) e importanti riflessioni sulla necessità di muoversi tra il verde per assorbire l’energia che la natura mette a disposizione per il nostro benessere (Benedetta).
Un percorso non impegnativo, potremmo definirlo slow: piazza del comune, centro storico, chiesa di S. Marta, chiesetta di S. Agnese, portineria villaggio, camminata tra le grandi conifere del Villagio Sanatoriale lungo stradine sterrate e scale che mettevano in comunicazione alcuni padiglioni, qualche occhiata alle grandi strutture purtroppo abbandonate per giungere in un giardino con un pergolato di glicine. Una piccola pausa per uno spuntino con i prodotti, tutti valtellinesi, dello zainetto ricevuto all’inizio del percorso e si riparte: Tobai, Remoscolo, la discesa verso Sommacologna e finalmente eccomi al mulino di Migiondo per l’accoglienza.
Il dolce sorriso di Viviana che controlla il pass, e poi una mano in un cesto per un bigliettino, per magari vincere un viaggio in mongolfiera (solo per cinque fortunati), oppure per un simpatico e semplice messaggio di benvenuto. A me tocca una frase di Paolo Cognetti (autore del bellissimo romanzo Le otto montagne): la montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. Tempo, misura, un passo dopo l’altro, un vivere lento, senza fretta, un modo di viere che ci appaga, che ci dona benessere. E così lentamente, un passo dopo l’altro, nel silenzio della valle rotto solo dal rumore dell’acqua del torrente Migiondo, che un tempo muoveva la ruota del mulino, arrivo alla postazione n°2 per l’aperitivo: Cocktail de "Samichêl" (d'autunno) con dolce funghetto al grano saraceno, miele e cioccolato (preparato dalla pasticceria Bolandrini). Sono i neo coscritti del 2006 che mi accolgono, che mi porgono il bicchiere gentilmente e che si sono messi a disposizione, tra i tanti volontari, per la propria comunità.
Cammino veloce lungo il percorso, tralasciando per ora le postazioni n° 3, 4, 5, per poter gustare i due piatti importanti della passeggiata enogastronomica. Già, perché quest’anno gli organizzatori oltre alle postazioni con i dolci d’autunno, hanno previsto due golose occasioni per un pranzo in compagnia comodamente seduti all’aperto riscaldati da un pallido sole: un ottimo spezzatino cotto alla perfezione e polenta, preparati dal gruppo polisportiva di Sondalo. Ma anche una specialità dello chef Remo Cossi (il nuovo gestore del Palasport): l’inedito e ottimo arancino di taroz accompagnato da cavolo cappuccio e da salame nostrano. Il tutto annaffiato anche da un buon bicchiere di vino rosso valtellinese. Piatto costruito poi dalle ragazze del gruppo Le Cognate.
Le proposte enogastronomiche continuano. Guardo il pass, dove sono segnate tutte le postazioni. Tappa 5: Tiramisù con i marron glacé (preparato e servito dagli Sgangherati - Associazione Giovani Frontale) e vicino la tappa 4: cornàt sila préda con ughéta, piatto della tradizione sondalina e frontalasca, con succo di mela (associazione Li Simenza - Giovani Sondalo).
Mentre il tiramisù si scioglie in bocca lasciandomi sulla lingua la piacevolezza della castagna glassata e il cornàt mi riporta ai sapori di un tempo, ecco la fisarmonica di Bepi Zen, con le canzoni popolari del gruppo “I Mot” di Grosio. Giovani e meno giovani in cerchio attorno alle fisarmoniche; belle voci miste, canzoni popolari conosciute da tutti che riescono a coinvolgere il pubblico.
“… Ma l'amicizia, sai, è una ricchezza, È un tesoro che non finirà, metti da parte questa tua tristezza, canta con noi la tristezza passerà. Amici miei sempre pronti a dar la mano, da vicino e da lontano, questi sono gli amici miei… “
E il coro si allarga, perché qui di amici ce ne sono tanti, i volontari affiatatissimi nel loro gioco di squadra ma anche chi è arrivato da fuori, che ha apprezzato la manifestazione, che sicuramente è diventano subito amico dei sondalini, o dei migiondari che stanno lavorando e che vogliono mostrare la semplicità di un borgo ancora vivo.
Mi avvicino alla chiesa. Il programma della manifestazione prevede anche visite guidate con Vanda e Graziella, volontarie del gruppo “Chiese Aperte Sondalo”. E all’esterno, seduta sulla panchina con incisa la grande scritta La Miğiondàra, realizzata lo scorso anno durante la manifestazione dagli intagliatori dell’alta valle, Vanda sta aspettano i possibili interessati a conoscere meglio la chiesa dedicata a S. Bernardo e alla SS Trinità. Non aspetta molto, alcune donne entrano e incuriosite ascoltano volentieri la storia. Una storia che parte da lontano, nel 1450 con una antica chiesa costruita all’inizio del paese, sostituita poi dall’attuale nel 1651. “…ma i segni di quella prima Chiesa sono ancora presenti qui, in questo piccolo altare, con l’affresco di Giovannino da Sondalo, rinvenuto nel 1989 con una pergamena che attesta l’appartenenza alla prima chiesetta di Migiondo” racconta Vanda.
Il BontàPass mi dice che ci sono ancora due caselle non annullate. I famosi “bis di cannoli ripieni di ricotta caprina con polvere di mirtilli e lamponi e di ricotta vaccina con crema di castagne selvatiche”. Un lungo titolo, mi incuriosisce, anche perché mentre mangiavo la polenta con lo spezzatino, alcuni ragazzi vicino a me li decantavano: “veramente buoni, mi hanno detto che la ricotta è prodotta qui da un bravissimo agricoltore che ama le capre, ottima cremosità, due cannoli veramente squisiti” e allora non posso fare a meno che avviarmi verso la postazione n° 3, attraversando un grande prato. In fondo al prato vicino alla falesia, zip line, con Marco e Federico, le due Guide Alpine. Prove di arrampicata per bambini, ma anche divertimento: imbragatura e poi lasciarsi scivolare attraverso una corda per un centinaio di metri. Alla postazione n° 3 Michela mi racconta dei cannoli, e della “butega” (Butéga Valtellina) che ha confezionato il dolce: “una rete di piccole aziende valtellinesi che lavorano secondo criteri di genuinità e sostenibilità, nel pieno rispetto delle tradizioni e del territorio.” Poco distante, si trova la dimostrazione di smielatura, tenuta da Guido Mazzetta, un apicoltore locale che con passione racconta ai presenti i segreti e i passaggi di quest’arte antica per la produzione del miele.
Ho ancora una casella non annullata. I Brašchēr de Miğiónt, le caldarroste. Torno al centro del borgo, da lontano tra i tetti delle case appare un grande mezzo pallone colorato, la mongolfiera, un’altra novità per allietare adulti e bambini. Passo davanti alla chiesa, nel prato sottostante gli intagliatori Luciano e Marco stanno finendo la realizzazione di una nuova panchina che, mi dicono, sarà posizionata all’ ingresso del piccolo borgo, le fisarmoniche e il coro vocale continuano nel loro repertorio popolare “…e lascia ben che non si bagni che lo voglio regalar… regalar, regalar, regalar”. Il fuoco è ancora acceso sotto il grande contenitore riempito di castagne e Ciccio continua a muoverle con il rastrello per terminare di regalare ai tanti presenti i profumi e i sapori di più di 300 chili di gustosi frutti raccolti nella selva di Migiondo e in quelle vicine. Mi fermo a guardare i bambini particolarmente contenti di giocare come facevano i loro nonni, grazie a Marco Rodigari che ha allestito l’area con i “giochi di una volta”. Saluto Benedetta che ha terminato le attività dei laboratori naturalistici dedicati a bambini e famiglie. Mi siedo con il mio contenitore di caldarroste, la musica live di Lorenzo Bonfanti, dopo lo Yeti Duo e All Aboard, continua. Alzo lo sguardo verso la mongolfiera, il sole pallido ormai è scomparso. Grazie Migiondo per la bella giornata.


Renato Ciaponi

 

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