BANDI PER I RINNOVI DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE, SI GIOCA IL FUTURO DEI TERRITORI MONTANI
Il comitato si è già espresso sulle priorità ma è utile fare una sintesi chiara anche a chi non è del mestiere.
La competenza è della Regione che deve sentire i territori. A loro volta gli amministratori locali, le forze
economiche e i sindacati avrebbero dovuto condividere una strategia e dei documenti per fare delle
richieste chiare.
La Legge Regionale 8 aprile 2020, n. 5 disciplina i rinnovi delle concessioni. Per il comitato l'opzione
preferenziale di rinnovo rimane quella della società pubblico-privata con dentro regione e gli enti locali.
Purtroppo non si andrà in questa direzione, bisogna quindi predisporre al meglio gli impegni che il
gestore privato dovrà assumersi.
Art. 13 della legge regionale specifica i contenuti del bando. Gli articoli della legge permettono a Regione
di dettagliare tutte le richieste necessarie per uno sviluppo sostenibile dei territori montani.
Art. 13 - lettera h) specifica i livelli minimi in termini di miglioramento e risanamento ambientale del
bacino idrografico di pertinenza, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 17;
Questo articolo è essenziale per individuare gli interventi di risanamento dei bacini e per la sicurezza.
Art 13 lettera i) specifica le misure di compensazione ambientale e territoriale ai sensi dell'articolo 18;
Le misure di compensazione devono mitigare e ristornare le popolazioni locali oggetto dello sfruttamento
idrico. I comuni oltre che sentiti devono diventare protagonisti con le loro proposte. Proposte di ampio
respiro che danno una visione di sviluppo e di futuro.
A2A in alta valtellina. Si parla del rinnovo delle concessioni da Stazzona fino a Premadio. 4,5 miliardi di
valore per i prossimi trentanni, valore stimato dalla Regione. Valore sottostimato perchè riferito a prima
del 2021 e lascia fuori anni con valore dell'energia piu' alto come il 2022 e il 2023. Se poi la concessione
viene rinnovata di 50 anni si va ad un valore di oltre 7 miliardi di euro.
Considerando che, nonostante il pagamento di canoni e sovracanoni (BIM, rivieraschi), si stima una
redditività elevata per il gestore, dal 20 al 30 % del valore della produzione, si ritiene che una parte
consistente, almeno il 6-10 %, dovrebbe essere destinata alle compensazioni territoriali.
Compensazioni sia finanziarie che su opere meglio se strategiche ed estese all'ambito.
Siccome non c'è un metodo codificato come comitato indichiamo il seguente, serve condivisione e visione
a lungo termine. Sarebbe opportuno che oltre a qualche intervento puntuale gli amministratori
indicassero una grande opera di ambito mandamentale da finanziare.
Sulla parte finanziaria poi una quota significativa andrebbe ripartita in base alla consistenza degli
impianti (un riferimento può essere il riaparto dei sovracanoni rivieraschi), una parte non trascurabile
ripartita fra tutti i comuni interessati con principi di solidarietà e sussidiarietà. Alla Regione il compito
di indicare una ripartizione equa che possa soddisfare tutti i comuni interessati e dare risposta alle
popolazioni locali.
Questione lavoro, molto cara al comitato, della quale però poco sembra interessare agli attori che
stanno discutendo dei rinnovi.
La Regione deve richiamare gli obblighi relativi alla clausola sociale. Art. 13 lettera q) specifica la clausola
sociale volta a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato, ai sensi dell'articolo 19;
Questo però non basta visto che negli ultimi 40 anni abbiamo perso oltre 1000 posti di lavoro delle società
produttrici. Un danno enorme per tutta la provincia.
La legge art 13 lettera J ( individua le misure minime di compensazione di carattere sociale finalizzate allo
sviluppo formativo e occupazionale nei territori interessati, con particolare attenzione per i giovani)
permette di richiedere interventi di piani di formazione/ apprendistato / miglioramento occupazionale.
Bisogna assegnare un punteggio interessante sul bando a chi assume impegni significativi in questa
direzione. Lavoro e sviluppo sostenibile sono i requisiti per una speranza di futuro della montagna. La
Regione e le parti sociali dovrebbero lavorare su questo punto per compensare la strage dei posti di
lavoro degli ultimi 40 anni.
C’è la possibilità concreta di portare a casa risultati importanti per i nostri cittadini, speriamo che Regione
Lombardia ed i nostri amministratori sapranno lavorare uniti in questa direzione.
Grande Idroelettrico – Comitato provinciale Valtellina e Valchiavenna
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