QUELLA INSOPPORTABILE E INSOPPRIMIBILE FURBIZIA DELL’UOMO QUALUNQUE
24 dicembre 2020
Ero in coda al cosiddetto “drive through” di Sondrio, in attesa di fare il tampone molecolare per la ricerca di anticorpi Covid (un progetto che l’AVIS propone ai suoi associati, per avere a disposizione il plasma iperimmune contro il coronavirus).
Accodate davanti a me 2 persone pronte a sottoporsi al test, sulla mia destra la fila disciplinata di autovetture alle quali il tampone viene fatto direttamente al posto di guida. Ebbene, proprio appena prima del mio turno arriva dietro di me un dottore sondriese che con fare sommesso si avvicina all’addetta al tampone e le bisbiglia qualcosa. Poi, dopo un breve scambio di battute con le sue evidenti conoscenti dell’ambiente, mi fa passare sotto il naso la sua accompagnatrice e senza nemmeno uno sguardo di discolpa la sottopongono al tampone prima di me e se ne vanno.
Ora – direte voi e sono d’accordo – il tempo di questo siparietto è durato sì e no 5 minuti; potevo ben permettermi di perderli, dopo aver finito la mia donazione di plasma. Magari ci sarà pure stato un valido motivo per dare la precedenza alla signora che era dopo di me, nel qual caso non mi sarei certo opposta.
Il punto è che questo modo di fare, senza dare alcuna spiegazione al tuo vicino infinocchiato, è insopportabile, fastidioso, irrispettoso e pure aggressivo: si tratta di un’aggressione allo spirito del tuo prossimo, di un attacco morale che mina la buona fede nell’uomo, di una manifestazione di prepotenza nei confronti degli altri. È l’atavica furbizia dell’uomo, che in Italia trova terreno molto fertile ovunque contribuendo a diffondere un senso di malessere, di sfiducia e di sospetto su ciascun essere umano.
Sono i turisti che negli agriturismi occupano le sdraio con un berretto o una maglietta e poi se ne vanno a passeggiare, così nessun altro vi si potrà sedere al loro posto.
Sono le macchine che si immettono sulla tangenziale di Sondrio senza dare la precedenza alle auto già in carreggiata, perché “tanto si fermeranno loro”.
Sono i compratori che lasciano il carrello semipieno davanti alla cassa e poi proseguono con i loro acquisti nelle corsie, intanto che il carrello tiene il posto per loro.
Sono gli hater che denigrano sui social cavalcando l’odio altrui anzichè fermarsi a riflettere sullo sconforto e l’avvilimento che i loro commenti generano nelle persone.
È un atteggiamento che colpisce in modo trasversale tutti, dai cafoni alle persone perbene e, se ci pensiamo bene, non c’è molta differenza con certe forme di bullismo che gli adolescenti utilizzano verso i loro coetanei. Magari sarà capitato anche a noi di esercitare qualche forma di furbizia… il punto è: quando la furbizia diventa un vanto e quando diventa un sopruso? Ecco, se riusciamo a darci una risposta, forse abbiamo buone possibilità di scoprire che non ne vale la pena.
Anna
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