Sanità di montagna e “Morelli”: è ancora possibile una svolta!

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Sanità di montagna e “Morelli”: è ancora possibile una svolta!

Gio, 23/11/2023 - 17:08
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Bormio, 23 novembre 2023

Tra il 10 e il 20 dicembre 2023 ci saranno le nomine dei Direttori generali di ATS e delle ASST in Lombardia: 39 posizioni da confermare o rimpiazzare. Conosceremo dunque per Natale i nuovi vertici della sanità lombarda. Assisteremo ancora una volta al classico giro di valzer all’interno della Giunta regionale. Un giro di valzer che interessa molto la politica in quanto, al di là del reiterato e retorico richiamo al merito e alle competenze, la questione è in mano ai partiti di governo, i quali, nei posti di comando, intendono piazzare i loro uomini. L’attuale Direttore generale della nostra ASST, Tommaso Saporito, verrà con tutta probabilità sostituito. Nessuna nostalgia nei suoi confronti, stante l’inadeguatezza dimostrata.

Più in generale, tutta la sanità pubblica ha sofferto, soprattutto in questi ultimi anni, per l’insufficienza delle risorse destinate e la grave disorganizzazione. Il tutto ha concorso al peggioramento continuo della efficienza della sanità pubblica ed, in particolare, della sanità di montagna, favorendo e giustificando l'incremento irreversibile nella cessione di posti letto al sistema privato convenzionato con contratti vantaggiosi e controlli inesistenti.

Grazie alla forte mobilitazione popolare, il “Morelli” è riuscito a sopravvivere anche se fortemente penalizzato, con una drastica riduzione dei posti letto dal 2020 ad oggi (da 500 a 200).
Tuttavia manca ancora molto al vero rilancio del Presidio ospedaliero di Sondalo ed al ripristino dello status quo ante, quando il “Morelli” poggiava sui due fondamentali “pilastri”: l’Unità spinale unipolare (oggi chiamata “multidisciplnare”) ed il Dipartimento di Emergenza/Urgenza di 2° livello.

Dopo la grande manifestazione pubblica dell’agosto 2020 al campo sportivo di Sondalo, i Sindaci dell’Alta Valle hanno perso completamente lucidità e coraggio, assecondando le disastrose politiche e scelte di Regione Lombardia, appiattendosi, in particolare, sull’assessore Sertori, le cui responsabilità politiche sono note e gravi.

Nonostante le 22 mila firme di cittadini a sostegno della proposta e richiesta del Movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo” di costituzione dell’Azienda ospedaliera pubblica ed autonoma del “Morelli”, i Sindaci dell’Alta Valle continuano a perseguire la strada della “Fondazione di partecipazione pubblico-privata”, la quale, da diversi anni, è in fase di studio. In Regione Lombardia non è infatti arrivato nulla da parte dei Sindaci. Solo tante chiacchere a vuoto ed un tunnel senza via di uscita, un’ipotesi, quella della “Fondazione pubblico-privata”, che anche il “prudente” dott. Melazzini, Direttore del “Morelli”, ha definito pubblicamente come “irrealizzabile”. Insomma i Sindaci dell’Alta Valle non sono riusciti in questi anni a dare risposte puntuali, dimostrando tanta approssimazione.

Il “Piano strategico 2023-2025” per il “Morelli”, predisposto dal dott. Melazzini, non ha trovato riscontro in Regione e la Direzione della ASST Valtellina ed Alto Lario ha “imbrigliato” lo stesso Melazzini, il quale ha una possibilità di azione gestionale e strategica alquanto ridotta. Vi è ancora un ampio ricorso all’esternalizzazione dei servizi e delle prestazioni e gli accorpamenti non sempre sono stati del tutto razionali e giustificati.

Le modifiche apportate al POAS (Piano di Organizzazione Aziendale Strategico) sono risultate del tutto inadeguate e insufficienti e la nostra ASST le ha deliberate (ancora una volta) nel totale silenzio dei Sindaci dell’Alta Valle.

Nell’ottobre scorso si è tenuta la “Conferenza dei Sindaci”, la quale è la sede istituzionale più appropriata per discutere del “tema sanità”. Era presente solo un terzo dei Sindaci, a dimostrazione del “grande” interesse ed i Sindaci dell’Alta Valle presenti non hanno “aperto bocca”, a cominciare da quello di Sondalo, Ilaria Peraldini, loquace invece, seppur imprecisa ed impreparata, nei “monologhi” in Consiglio comunale o in assemblea pubblica.

Da parte sua, la gente è sempre più stanca e sfiduciata nei confronti delle Istituzioni e della politica, logorata da questa situazione e costretta a ricorrere, in una percentuale crescente, alla sanità privata, con costi e disagi non secondari.  

Che fare allora?

Come Movimento Popolare “Rinascita Morelli Autonomo”, per l’ennesima volta, chiediamo ai Sindaci dell’Alta Valle di abbondonare l’ipotesi “farlocca” della “Fondazione pubblico-privata”, che  non vedrà mai la luce ed allontana la soluzione del problema, per unirsi al Movimento stesso ed alla stragrande maggioranza dei cittadini dell’Alta Valle (oltre 22 mila firme), oltre ai Sindaci della nostra Provincia disponibili, nella richiesta della costituzione in Lombardia della ventottesima ASST, cioè l’Azienda ospedaliera pubblica ed autonoma del “Morelli”. Tale richiesta potrebbe essere avanzata tramite una petizione popolare, sostenuta compattamente dalle Istituzioni locali.

Sollecitiamo altresì i Sindaci dell’Alta valle e tutti i rappresentanti istituzionali e delle forze politiche della nostra Provincia a chiedere, con forza e determinazione l’attuazione della Legge regionale (del 6 dicembre 2022, n. 27) sull’Unità spinale “multidisciplinare”, la quale darebbe certamente un impulso importante e concreto al rilancio del Presidio ospedaliero di Sondalo e di tutta la sanità di montagna. Tale legge regionale sancisce infatti che al “Morelli” devono esserci almeno 26 posti letto di Unità spinale, collegata ad un Pronto Soccorso di secondo livello, con tutte le discipline necessarie per la presa in carico del paziente con lesione al midollo; una legge che rappresenta un obbligo in più per Regione Lombardia nei confronti del Presidio Ospedaliero di Sondalo (e degli altri due hub esistenti, Niguarda e Mozzo).

Occorre inoltre denunciare (il Movimento popolare lo ha fatto a più riprese, le Istituzioni locali mai), tra le tante anomalie del sistema sanitario che interessano la nostra Provincia, il comportamento di AREU (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza), che ormai dura da troppo tempo. Ci si riferisce al fatto che sistematicamente la Centrale operativa di Bergamo, titolare delle decisioni riguardanti il nostro territorio, indirizza le urgenze in Presidi fuori Provincia.

I Presidi di Sondalo e Sondrio non ricevono più pazienti in urgenza, specie gestiti con l'elisoccorso; ciò nonostante la presenza in questi ospedali di terapie intensive e reparti anche di alta specialità. È chiaro che poi si ha, come risultato, la riduzione della statistica che diviene un elemento negativo. D'altronde non c'è da stupirsi. AREU, con il suo direttore Zoli, ha partecipato in modo significativo alla elaborazione del “nefasto” Piano del Politecnico che ha indotto il depotenziamento di Sondalo ed il finto potenziamento di Sondrio.

Prima della riorganizzazione di AREU, con la soppressione della Centrale operativa di Sondrio, le cose andavano diversamente e le nostre strutture erano valorizzate con un migliore servizio dal punto di vista sanitario e logistico. Non abbiamo più un Dipartimento di Emergenza ed Urgenza, a differenza degli altri territori. Il nostro, che a Sondalo ha svolto un ruolo ineccepibile per decenni, è stato abolito nel tentativo di realizzarlo a Sondrio con interventi riorganizzativi fallimentari. Anche in questo caso il ruolo di controllo e programmatorio della ATS Montagna e della Conferenza dei Sindaci è stato nullo.

Il Movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo”, in questi anni, si è occupato anche della neurochirurgia, evidenziando che, stante l’esaurimento di fatto delle attività neurochirurgiche all’ospedale di Sondrio - le quali peraltro hanno costituito una forzatura antifunzionale insostenibile - si è verificata la ricostituzione della Struttura Complessa di neurochirurgia del “Morelli”, con piena operatività sia di elezione che di urgenza. L’integrazione della “stroke unit” con la neurochirurgia è fondamentale e pertanto abbiamo più volte richiesto, unitamente a tanti medici, che tale attività venisse trasferita al Presidio Ospedaliero di Sondalo.

Preoccupa anche una chirurgia vascolare che, al ”Morelli”, chiude alle 17…

Ad ogni buon conto, non vi è ancora alcuna previsione da parte di Regione Lombardia di destinare Sezioni distaccate di lauree per infermieri professionisti e terapisti, figure indispensabili e funzionali specialmente all’Unità spinale multidisciplinare. Il “Morelli”, come avvenuto con eccellenti risultati in passato, sarebbe la sede naturale ed adeguata per ospitare queste Sezioni di lauree, in aggiunta o sostituendo quella attuale di Faedo.

Dopo l’emergenza Covid, la Regione Lombardia ha dimostrato di non voler fare riferimento ad una “politica del personale”, finendo così per mantenere lo status quo negli ospedali pubblici, caratterizzato (come detto) da appalti esterni o chiusure di servizi e prestazioni. Non sono previsti incentivi economici e formativi (o un’indennità da definire in sede di contrattazione collettiva) per gli operatori sanitari nelle aree di montagna, come hanno fatto altre Regioni che hanno costituito un fondo con una dotazione di adeguate risorse annue per i territori più disagiati (aree interne). La recente e tardiva proposta dell’assessore regionale alla montagna Sertori, criticata per la verità da più parti, è del tutto inidonea a raggiungere l’obiettivo ed appare più piegata a scopi elettorali (si avvicinano le elezioni europee).

Abbiamo sottolineato pure la competenza in materia di edilizia sanitaria da parte di Regione Lombardia; sul punto è implacabile la valutazione diffusa tra i cittadini dell’Alta valle (e non solo): prima di diverse opere pubbliche inutili e dispendiose previste per le Olimpiadi 2026, sarebbe stato (ed è) opportuno intervenire anche sulla penosa condizione strutturale del “Morelli”, che, in diverse parti, sta “cadendo a pezzi”.

Insomma le Istituzioni e la politica dovrebbero lavorare con serietà e con meno demagogia su questi obiettivi, finendo il “gioco delle tre carte” (vedi “Fondazione pubblico-privata”) e non “tirando più in giro” la gente.

Infine auspichiamo che il nuovo Direttore generale della nostra ASST voglia e possa recepire, per quanto di competenza, unitamente al governo regionale (non più a trazione leghista), dopo un anno dal proprio insediamento, le proposte del nostro Movimento popolare, modificando radicalmente il POAS attuale e cambiando decisamente rotta nella politica a sostegno della sanità di montagna.

Sanità di montagna, come i trasporti pubblici, ancora (non poco vergognosamente) con un solo “cerchio olimpico”.

Movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo”