LE PRIME ANALISI DEL PROFESSOR MELAZZINI SUL FUTURO DELL'OSPEDALE MORELLI DI SONDALO

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LE PRIME ANALISI DEL PROFESSOR MELAZZINI SUL FUTURO DELL'OSPEDALE MORELLI DI SONDALO

Gio, 12/01/2023 - 15:30
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«Non dobbiamo vivere di foto ingiallite».

Sta tutta qui, in una citazione di Madre Teresa di Calcutta, la filosofia che il professor Melazzini ha esposto mercoledì 11 gennaio 2023 alla sala di Bormio Terme per rendere l’idea del lavoro che è stato chiamato a svolgere con l’obiettivo di ridare all’ospedale Morelli di Sondalo un ruolo e un posto specifico all’interno della rete sanitaria non solo locale, ma anche – e soprattutto – nazionale e internazionale. Un'iniziativa, l'incontro aperto al pubblico, partita da lui stesso e condivisa dai sindaci e dall'assessore regionale Sertori, tutti presenti al tavolo della serata.

Il manager valtellinese, che ha assunto l’incarico solo dallo scorso 1° dicembre, ha tenuto l’uditorio incollato alle poltroncine per oltre 2 ore, profondendosi nel delineare le sue prime impressioni dell’ospedale: una fotografia ricca di dettagli e – sorprendentemente – tutt’altro che fosca come da anni siamo ormai abituati a considerarla.

Sostenuto da solide motivazioni personali e professionali (l’amore per la sua terra d’origine, la dedizione alla sua professione, il desiderio di restituire ciò che ha ricevuto nel tempo, la volontà di tradurre nella realtà la sanità di montagna e, non da ultimo, il rispetto per ciò che il Morelli è stato nella storia della sanità italiana), Melazzini ha tracciato una via possibile che si fonda sulla valorizzazione delle specificità che caratterizzano il presidio sondalino; specificità che esistono, che sono altamente qualificate e che – semmai – andrebbero più ampiamente propagate all’interno del mondo accademico e specialistico perché diventino un polo di attrattività e rendano il Morelli appetibile verso l’esterno.

Il professore cita anzitutto le specialità su cui Sondalo ha fondato la sua vocazione e che – a dispetto di quel che si pensa – hanno ancora un ruolo di primo piano nell’era moderna quali Pneumologia, Tisiologia e Pneumologia riabilitativa («…Sondalo ha una Diagnostica eccezionale per problemi tubercolari…»), senza per questo dimenticare le altre specialità: Neurochirurgia, Chirurgia vascolare, Ortopedia, l’unità spinale e la Chirurgia toracica diretta dal prof. Scanagatta («300 interventi a DGR notevolmente elevato sono un numero considerevole…»); anche il reparto Covid riveste una sua importanza non solo per le cure che ha prodigato in questi anni di pandemia, ma pure a livello di ricerca scientifica poiché alcuni studi qui condotti sono stati pubblicati su importanti riviste di medicina specializzata.

Fondamentale, nell’architettura del progetto di rilancio del Morelli, sarà l’interazione con il mondo accademico; l’esperienza di 40 anni nel mondo professionistico sanitario ha consentito a Melazzini di intrecciare fecondi rapporti di collaborazione, che potrebbero consentire di amplificare la conoscenza del Morelli e soprattutto di attirare qui specializzandi (anche puntando all’estero) con l’obiettivo di poterli poi reclutare e inserire in un percorso strutturato, perché in fin dei conti non è l’ubicazione che determina l’allontanamento: «il professionista va in un luogo dove c'è un progetto di sviluppo».

E qui, sul nodo del personale, il manager non nasconde le difficoltà che attanagliano il settore, sia riguardo la mancanza di professionisti (peraltro, comune a tutta Italia), sia soprattutto sulla condizione psicologica che serpeggia intorno al Morelli e che ha avuto modo di sperimentare anche nelle sue visite in loco, fra i reparti e gli uffici, confrontandosi con le persone e gli operatori: «All'interno del Morelli prevale una sorta di demotivazione legata al fatto che buona parte dei professionisti sono convinti che l’ospedale si spenga. Voglio essere molto chiaro: non ho mai accettato un incarico che prevedeva lo spegnersi di qualcosa. Naturalmente gli obiettivi possono slittare, ma che ci sia l'intenzione di spegnimento rispetto al Morelli è categoricamente escluso. É tutto, però, un gioco di squadra ed è necessario anzitutto che i cittadini dell'Alta Valle abbiano fiducia in ciò che il Morelli sta facendo».

Un invito, quello alla fiducia, che il prof. Melazzini tiene particolarmente a sottolineare per consentire ai professionisti di lavorare in un ambiente positivo e perché «c’è bisogno di proiettarsi verso il futuro». Ci sono risorse che sono state messe a disposizione, e non sono poche: verranno fatti lavori di miglioramento ed efficientamento, «ma la cosa più importante sono i nostri professionisti» che vanno messi nelle condizioni migliori per poter dare le risposte migliori. A tale riguardo, molto chiaramente e pacatamente, Melazzini sfata alcuni preconcetti: «Non è vero che Sondalo non riesca a rispondere adeguatamente ai bisogni dei pazienti: i dati ci dicono che il rispetto delle patologie tempo-dipendenti (infarto, ictus…) in Alta Valle corrisponde a quanto previsto dalle linee guida. Se in futuro i numeri dimostreranno che tale risposta non è adeguata, allora si interverrà». Anche sulla mancanza di certi reparti (ad esempio, l’emodinamica), lascia spazio aperto alle possibilità: «Non è detto che sarà sempre così: ora, sulla scorta dei numeri, il mio compito è quello di garantire la risposta più appropriata e puntare sulle competenze specifiche che Sondalo ha, facendole conoscere all’esterno».

L’invito finale, rivolto a tutti indistintamente, è netto: «Dovete credere nelle specificità di Sondalo!», lasciando, forse, intendere che il protagonista della scena deve tornare ad essere l’ospedale rimettendo sullo sfondo ogni contrapposizione distruttiva e lasciando sempre la porta aperta al confronto, perché «dal 1° dicembre, del Morelli, ne rispondo io in prima persona».

 

Anna

QUALCHE DATO SUL MORELLI

Le schede di dimissioni ospedaliere sono state 4121 nel 2021 e 5116 nel 2022.

Le prestazioni ambulatoriali sono state 101.000 nel 2021 e 106 nel 2022.

Gli accessi annui sono circa 20/22mila

I posti letto accreditati sono 285.

Di 9 padiglioni, 3 sono dismessi e 6 ancora funzionanti

«Numeri significativi di prestazioni», afferma il prof. Melazzini, che vanno letti e calati nella realtà in cui attualmente si opera ma che devono necessariamente interagire con tutta la rete sanitaria. L’impressione, insomma, è che Sondalo abbia ancora una sua vitalità, che andrà opportunamente sviluppata e valorizzata. «Le competenze vanno centrate sulla realtà in cui si va ad operare e in questo senso la legge 22/2021 ha previsto importanti aperture per intervenire strategicamente sulla sanità di montagna».

D’altronde – come ha giustamente affermato in chiusura – «la salute non è mai un costo bensì un investimento».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I SINDACI

Schierati compatti, come ormai ci hanno abituato sin dall’inizio dell’emergenza-Morelli e come mai accaduto nei decenni su qualsiasi altra questione comprensoriale, i sindaci hanno difeso la loro linea operativa rintuzzando le accuse che nel corso degli anni gli sono state mosse da più parti; anche dalla sala si è levata qualche voce critica, espressione di un malcontento che affonda le sue radici soprattutto nella grande preoccupazione dei cittadini su un tema delicatissimo e sensibile.

I ringraziamenti profusi dai sindaci al dottor Melazzini si mescolano alla consapevolezza che il loro ruolo di rappresentanti della popolazione non può far venir meno il dialogo istituzionale: «la sanità si ricostruisce passo dopo passo, con la via del dialogo istituzionale e non attraverso gli slogan e i social».

Il lavoro profuso dai primi cittadini, e in particolare quello di Sondalo, sul Morelli si è esplicato in «centinaia di riunioni, richieste, incontri, ci siamo costituiti in giudizio contro un'associazione di medici, abbiamo fatto un esposto in procura sui livelli di assistenza minima sanitaria, ci siamo confrontati con ogni dirigente istituzionale in un dibattito talvolta aspro, che però ha portato a delle soluzioni».

Senza dimenticare che la questione straordinaria del Morelli non annulla tutte le altre che un sindaco si trova normalmente a dover affrontare a 360° nella sua veste di amministratore comunale.