LA GUERRA BIANCA IN ALTA VALTELLINA
L’ultima “fatica” portata a termine dal gruppo di studiosi che fa capo al Centro Studi Storici Alta Valtellina, nell’occasione dell’annuale convegno delle Giornate Bormiesi di Cardiologia, è dedicata alla Guerra Bianca. “Quotidianità della vita valtellinese durante gli anni della Guerra Bianca” è il titolo che il prof. Leo Schena – vero motore dell’iniziativa – ha pensato per intrigare i lettori e introdurli fin da subito nel cuore del percorso narrativo: un percorso, quello sulla Grande Guerra, che parrebbe già tracciato mill’altre volte, ma che in questo caso si differenzia per l’accento posto sulle vicende intimistiche e familiari, sugli aspetti quotidiani, sulla narrazione degli affetti, sulle emozioni dei piccoli protagonisti della grande storia. Il volume restituisce le voci dei soldati al fronte e della popolazione coinvolta nel marasma della guerra, attraverso i più diversi registri narrativi: dai progetti militari di pianificazione di strutture militari fortificate (come i forti di Oga, Canali e Montecchio, trattati da Franco Visintin) ai registri di leva (con Gisi Schena che traccia una storia della chiamata alle armi nel comune di Sondalo), dalla cronaca giornalistica (Anna Lanfranchi) alle testimonianze orali (Samuele Cola, Elio Bertolina) alle immagini (Ilario Silvestri, Raffaele Occhi, Stefano Zazzi).
E poi moltissime corrispondenze sotto forma di lettere, epistolari e diari, di personaggi famosi o ignoti, ma tutti egualmente intrisi di patriottismo, sentimento, preoccupazione, affetto: il pedagogista e politico Luigi Credaro (autori Mirella Cantini, Elisa Romegialli e Pier Carlo Della Ferrera), Diego Guicciardi della nobile dinastia pontasca (Augusta Corbellini), il capitano Pierluigi Viola che operò per tre anni alla V Alpini (raccontato nel diario della cugina esaminato da Giovanni Peretti), il farmacista bormino Francesco Peloni (con il diario conservato dal nipote Giuseppe Tarantola),
Cristina Pedrana realizza un pot-pourri di testimonianze scritte sulla Grande Guerra, alternando il genere narrativo con quello letterario e con quello cronachistico; Lorenza Fumagalli indaga i luoghi della memoria legati alla Grande Guerra (monumenti e ossari); Manuela Gasperi si sofferma sull’aspetto – poco conosciuto in Alta Valle – del trafugamento e della tutela delle opere artistiche durante il confuso e concitato periodo conflitto mondiale; Daniela Valzer allevia la gravezza del tema bellico con un intermezzo brioso sulla nascita dello sci, diffusosi anche grazie alle particolari esigenze della guerra di montagna. Infine a don Remo Bracchi e a Luisa Bonesio il compito di vagliare con i loro contributi gli spazi complessi – eppure affascinanti – del lessico italiano, della filosofia, dell’ambiente alpino e del paesaggio in rapporto alla guerra. Guglielmo Scaramellini, come un direttore d’orchestra, presenta ogni singolo intervento, lo amalgama le sue considerazioni e riassume nella sua introduzione tutta l’essenza del volume: una vera e propria “Rapsodia in grigioverde”.
Anna L
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