Pedalo... e sto in pace con il mondo

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Pedalo... e sto in pace con il mondo

Sab, 31/07/2021 - 16:24
Pubblicato in:
(Dalle pagine di Bormio Sport)
Minnicino

Le passioni nascono spesso in modo del tutto inaspettato e improvviso: così è successo per Salvatore Minnicino con la bicicletta. Siciliano doc di Nissoria (EN), catapultato tra i monti e i nevai dell’Alta Valle per motivi di lavoro (è prof. di sala all’istituto alberghiero di Bormio), si è ritrovato per caso in sella a una bicicletta e non ha più smesso di pedalare, tanto che oggi, non contento di aver già scalato in lungo e in largo i nostri passi, si lancia in avventure sui pedali molto più impegnative. Una delle sue ultime imprese è stato un viaggio a Roma in compagnia dei giovani nipoti, 650 km da Fontanella (BG) fino alla Città Eterna.

Com’è che un isolano a digiuno di sport si trapianta così bene in montagna da diventare un provetto ciclista?
Non me lo spiego nemmeno io! È successo e basta, ma di questo devo ringraziare chi mi ha iniziato alla bicicletta ovvero Marco Andreola e Fabio Perego. Io sono arrivato qui nel 2005 che non sapevo nulla di biciclette, nel 2016 mi hanno avvicinato al mondo del ciclismo e poi, piano piano, mi sono appassionato e ora non mi fermo più! Pensare che prima mi annoiavo anche solo a vedere il Giro d’Italia - che ci trovano di interessante? - mi chiedevo…

Forse avevi questa passione nascosta ed è bastato darti uno stimolo…
A dire il vero, io sono un gran testardo e se mi metto in mente qualcosa faccio di tutto per arrivarci. Ho preso la mia prima bici per iniziare a fare qualche giretto, ma già nel 2016 ho fatto il mio primo Stelvio con Marco: dopo, sono stato male per una settimana, però che soddisfazione!!! Da lì non mi sono più fermato e ora il mio tempo libero lo passo quasi sempre in sella, per la gioia di mia moglie!!!

Cosa ti dà il ciclismo?
È un mix di sensazioni: la libertà, il viaggio, la soddisfazione dopo una salita, ma anche quella stanchezza che ti fa sentire pienamente appagato. Quando rientro da un lungo tour in bicicletta, mi sento in pace con il mondo e questo si riflette positivamente nei rapporti con gli altri e sul lavoro.

Forse si tratta non tanto di un semplice esercizio fisico, quanto di un viaggio mentale…
Sì, il ciclismo è un viaggio di scoperta ed è per questo che cerco di spingermi a fare cose nuove, a vedere posti nuovi. Qui in Alta Valle noi abbiamo un mondo favoloso per pedalare, però è anche bello spaziare alla scoperta di altro. E non sottovalutiamo l’impatto ecosostenibile del viaggiare in bicicletta, è un turismo pulito, oltre a farmi sentire bene con me stesso e gli altri.

Quindi non sei un fanatico del cronometro?
Noi italiani siamo attaccati al Garmin, c’è poco da fare! Anche io, se vado in bici, ci tengo a migliorare i miei tempi, però è una sfida con me stesso. E poi, avere un obiettivo di miglioramento aiuta, è uno stimolo in più, anche se la performance non deve diventare preponderante da far perdere di vista il resto.

Come programmi i tuoi lunghi giri?
A volte nascono in modo improvviso, come quello dello scorso anno: ho deciso di partire e via! 11 ore in sella tra la Valtellina e l’Engadina per un giro ad anello Villa di Tirano-Bormio-Livigno-St. Moritz-Chiavenna-Morbegno-Sondrio-Villa. Fu la mia prima esperienza lunga e ne rimasi completamente soddisfatto, così per il 2021 ho programmato il viaggio a Roma con i miei nipoti, attraverso l’Emilia e la Toscana: in 4 tappe eravamo nella capitale dopo 650 km, 6200 mt di dislivello e 6 kg di valigia al seguito! Un’emozione fortissima arrivare in piazza S. Pietro con la bicicletta, era la degna conclusione di un viaggio affascinante attraverso le bellezze dell’Italia. E poi, mi sono rimasti dentro gli incontri con le persone, alcune ci hanno accompagnato, altre ci hanno aiutato, parecchie incuriosite dal nostro progetto… è stata una carica di umanità che ci ha riempito il cuore.

Come vi siete trovati con le condizioni delle strade e delle ciclabili?
Abbiamo pedalato con tutte le condizioni stradali possibili: dalle arterie a grande percorrenza alle ciclabili. Nel primo caso, ovviamente, con gli automobilisti infastiditi, soprattutto se la strada era sconnessa e ci costringeva a stare nel mezzo della carreggiata. Il Sentiero Valtellina, invece, è ottimo e si viaggia tranquilli per buona parte della valle, anche se mancano ancora dei pezzi (terribile è l’attraversamento da Ardenno a Talamona…). In Toscana si pedala meravigliosamente bene, strade belle e poco frequentate, è il massimo per un ciclista!

Hai altri progetti in serbo?
Ci sto lavorando...

Grazie prof., ti terremo d'occhio!

 

Anna