19 dicembre 2019
Nel 1816 si verificò un’ondata anomala di gelo che durante l’estate imperversò nell’Europa centro-occidentale e anche in Valtellina fece sentire i suoi funesti effetti. Ancora nel XIX secolo una tradizione orale la ricordava come l’an de la Siberia ed ebbe conseguenze drammatiche per le popolazioni.
Una magnifica eredità culturale che tuttora viene trasmessa con cura da ogolino a ogolino. Questa è la tradizione del “marzaröl” che si celebra nel piccolo paese ai primi tre giorni di marzo, è il modo con cui gli ogolini festeggiano la primavera e – per l’occasione – fanno un po’ di baldoria, non dissimilmente da altri riti sparsi in tutte le vallate alpine (anche vicino a noi). La piccolezza e la ristrettezza di una frazione, però, fanno sì che certe usanze persistano e si tramandino pervicacemente, quasi come un simbolo di identità locale.
La storia del Kuerc è, per certi aspetti, ancora un enigma, a partire dalla sua costruzione, mai documentata finora. Sappiamo per certo che esisteva già nel 1387, menzionato come Copertum Novum. Infatti in quel periodo a Bormio esistevano due Coperti: uno era detto Coperto di sotto o vecchio e l’altro Coperto di sopra o nuovo.
La tendenza a ritenere che i privilegi fiscali di Livigno nascano in epoca recente, con il riconoscimento della zona extradonagale, è quanto di più sbagliato ci possa essere. Lo afferma decisamente Ilario Silvestri in un articolo risalente al 2000, il cui l’incipit è già chiarificatore: l’origine dei privilegi fiscali di Livigno “è da cercare in tempi assai remoti, verosimilmente in epoca romana”.
Il 2019 del Centro Studi Storici Alta Valtellina si apre con il nuovo Bollettino, 21a fatica dell’associazione culturale nata nel 1998. In copertina, dai colori caldi e accesi, un frammento della chiesa di S. Lucia Valdisotto, a cui Ilario Silvestri dedica un corposo e innovativo articolo.