POLO TERRITORIALE DELL'ASST: I SINDACI APPROVANO ALL'UNANIMITÀ IL PIANO DI SVILUPPO TRIENNALE
Il Piano di sviluppo del Polo Territoriale dell'Asst Valtellina e Alto Lario è stato approvato ieri dalla Conferenza dei Sindaci, riunita nell'Aula magna del Presidio Ospedaliero di Sondrio. Lo strumento che definisce la domanda di salute territoriale, la programmazione e progettazione dei servizi erogativi è tra i primi ad essere adottato in Lombardia. Nella sua prima versione, redatta dall'Asst con la regia di Ats, quale risultato dei gruppi di lavoro tra i direttori dei quattro Distretti, Alta Valtellina, Media Valtellina, Bassa Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario, era stato presentato nella riunione del 13 novembre scorso ai sindaci con l'invito a inviare considerazioni e proposte nelle successive due settimane.
È stato il presidente Marco Scaramellini ad aprire la seduta informando i presenti sul recepimento, da parte di Asst, delle osservazioni pervenute sul Piano e confluite nella sua versione definitiva. Quest'ultima, come ha spiegato il direttore sociosanitario Roberta Trapletti, prevede tre nuovi progetti, che si aggiungono ai cinque già inseriti, rappresentati ciascuno con uno dei petali della rosa stilizzata del logo. La risposta al disagio psicologico degli adolescenti, le dimissioni protette e lo psicologo di base di comunità sono i tre nuovi servizi aggiunti sulla base delle richieste pervenute dai Comuni. «Tra le osservazioni - ha precisato il direttore sociosanitario Trapletti - vengono evidenziate criticità note che come Asst stiamo affrontando da tempo. Si tratta di un Piano di sviluppo triennale che non ha la pretesa di essere esaustivo, poiché non contiene tutto quello che faremo ma ciò che oggi è nelle nostre possibilità e sarà soggetto a riscritture e aggiunte. Il dato importante, che rimane, è l'integrazione con i programmi degli Uffici di piano, sostanziale e non formale, che ci aiuterà a fornire alle persone le risposte attese in maniera unitaria, seppure con approcci diversi, assistenziale e sociale». Il Piano, che declina le strategie aziendali e illustra i servizi da implementare per rispondere alla domanda di salute dei cittadini, prevede altri cinque progetti: Punto unico di accesso e valutazione multidimensionale integrata; supporto al paziente con fragilità sanitaria e sociale dimesso dal Pronto soccorso; monitoraggio degli infermieri di comunità integrato con device di teleassistenza; presa in carico da parte degli infermieri di comunità dei pazienti con lesioni del midollo spinale; sviluppo della telemedicina. Un ruolo fondamentale viene svolto dagli Ospedali di Comunità e dalle Case di Comunità. A Morbegno è operativo l'Ospedale di Comunità, gli altri tre, Sondalo, Tirano e Dongo, saranno pronti nel 2026. Le Case di Comunità già in funzione sono quelle di Livigno, Bormio, Chiesa in Valmalenco e Berbenno, quattro saranno operative l'anno prossimo, Morbegno, Chiavenna, Tirano e Sondrio, e Dongo nel 2026.
Il direttore generale Monica Fumagalli ha ringraziato i direttori di Distretto e tutto il personale per l'impegno nella predisposizione del Piano: «Questo è un documento in itinere che va aggiornato - ha evidenziato -: abbiamo ritenuto opportuno procedere con una prima illustrazione e con una successiva discussione, concedendo il tempo utile per una riflessione e per presentare osservazioni, per una piena condivisione con voi sindaci. Il problema che dobbiamo affrontare è noto ed è legato al personale, sia della dirigenza che del comparto. In particolare, per dare il via alla piena operatività delle Case di Comunità risultano centrali gli infermieri di famiglia, individuati quale figure di riferimento, che devono essere reperiti e formati».
Il presidente della Conferenza Scaramellini è intervenuto prima della votazione e, successivamente, a chiusura della seduta: «Questi strumenti andranno testati sul campo. Il nostro compito è quello di monitorare la situazione per poi, come avviene per tutti i piani, proporre eventuali correttivi. Ribadisco la mia disponibilità a partecipare alle assemblee distrettuali per raccogliere proposte e fare sintesi».
Emanuela Zecca
Ufficio Stampa ASST Valtellina e Alto Lario
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