TORNA L’OPERA LIRICA ALL’AUDITORIUM SANT’ANTONIO DI MORBEGNO IN SCENA “L’AMMALATO IMMAGINARIO” DI LEONARDO VINCI DIRIGE IL MAESTRO LORENZO PASSERINI
Martedì 28 febbraio alle 21.00, all’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno, vedrà la luce “L’ammalato immaginario” di Leonardo Vinci, intermezzo buffo barocco di rarissima esecuzione.
In scena il soprano Linda Campanella, il baritono Matteo Peirone (in veste anche di regista) e l’attore Mattia Piccollo, accompagnati dall’Orchestra Antonio Vivaldi, diretta del Maestro Lorenzo Passerini.
Ci sono opere che nascono come composizioni unitarie, volte ad essere eseguite tutte d’un fiato, e poi ci sono le opere ideate appositamente come “intermezzi” da porre e proporre durante gli intervalli di altre opere (lunghe e serie). È questo il caso de L’Ammalato Immaginario, ovvero Erighetta e Don Chilone di Leonardo Vinci, lavoro composto da tre brevi intermezzi divertentissimi, creati per la prima volta durante gli intervalli dell’opera seria Ernelinda.
Andati in scena per la prima volta nel novembre del 1726 al Teatro di San Bartolomeo (che, prima dell’inaugurazione del Teatro di San Carlo, era il principale teatro d’opera a Napoli) sono ispirati a quello che anche all’epoca era un testo teatrale di enorme successo e significato: Il Malato Immaginario di Moliere.
Il lavoro di Moliere ebbe una fama imperitura innanzitutto per il tema, quello dell’ipocondria, che attraversa le epoche e non passa mai di moda (anche oggi!), ma anche perché Moliere stesso, anziano e malato, fu interprete del ruolo del protagonista. E morì in scena, al termine di una rappresentazione, il 17 febbraio 1673.
Leonardo Vinci, insieme al librettista Antonio Salvi, tralascia gli elementi di critica sociale mantenendo viva la valenza comica: travestimenti, camuffamenti della voce, dabbenaggine del povero Don Chilone e furbizia dell’astuta Erighetta.
Tre intermezzi che corrispondono a tre istantanee della storia, con un effetto di sintesi drammaturgica molto efficace. All’inizio l’incontro tra i due, le lagne di lui e le promesse di lei. Poi il travestimento da Medico Guarisci che prescrive, dopo una “accurata” visita, il matrimonio come panacea di ogni male. Da ultimo il “quadretto familiare” sei mesi dopo il matrimonio in cui lei comanda e lui, supinamente, ubbidisce.
Vinci ha una scrittura veloce e pregnante e si conferma come compositore che merita appieno la riscoperta che, in questi ultimi anni, i barocchisti gli stanno dedicando: nel 2020 esce un CD dal titolo Veni Vidi Vinci in cui il celebre controtenore Franco Fagioli, accompagnato dall’ensemble il Pomo D’oro, esegue tutte arie inedite di Leonardo Vinci ottenendo una eco straordinaria.
Un’opera, insomma, tutta da riscoprire che l’Orchestra Antonio Vivaldi, in collaborazione con il regista Matteo Peirone, hanno deciso di presentare al pubblico martedì 28 febbraio 2023, alle ore 21.00, presso l’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno.
Viene da domandarsi, perché proporre proprio l’Ammalato Immaginario?
Come scrive il regista Matteo Peirone “l'idea di mettere in scena l'Ammalato immaginario di Leonardo Vinci su libretto tratto dal celebre dramma di Moliere, è venuta durante i mesi della pandemia Covid.” e prosegue “l'ammalato immaginario parla di ipocondria e mette alla berlina un certo tipo di medico e di medicina ("medico senza ciarla non vale una patacca"...). Chi di noi in quei mesi non è stato ipocondriaco? Chi di noi non è rimasto allibito davanti agli aspri dibattiti fra virologi ed epidemiologi? Quanti non medici hanno dibattuto ("ciarlato" direbbe Vinci) vantando competenze da consumati infettivologi? Insomma, un titolo davvero "all'ordine del giorno". L'abbiamo voluto trattare con levità e con il sorriso, ambientandolo nel '700 ma con costanti rimandi all'attualità. E abbiamo scoperto un autore, Leonardo Vinci appunto, poco noto ma di grandissima abilità drammaturgica e vivace intensità musicale. Lo abbiamo arricchito, alla maniera barocca, con alcune arie di baule, preludi, testi teatrali (recitati dal servo Lesbino) e altre soprese… All’insegna del divertimento, nonostante tutto. Perché? Perché c'è bisogno di leggerezza. Perché come diceva nelle Lezioni americane il "nostro" italo Calvino: "La leggerezza non è superficialità: Si deve essere leggeri come l'uccello che vola, e non come la piuma" E la musica e il teatro hanno questo potere!”
Irene Valentini
Staff Comunicazione
Orchestra Antonio Vivaldi
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