TERAPIA ONCOLOGICA: EFFETTUATO IL PRIMO INTERVENTO DI RADIOCHIRURGIA ALL'OSPEDALE DI SONDRIO
Martedì scorso presso la Radioterapia oncologica dell'Ospedale di Sondrio, il dottor Claudio Barbonetti, assistito dalla sua équipe, ha effettuato il primo intervento di radiochirurgia. Al paziente, un settantenne della provincia di Brescia, era stato diagnosticato un neurinoma del nervo acustico che non sarebbe stato possibile operare. L'unico modo per intervenire sul tumore della fossa cranica, senza arrivare alla demolizione di parte dell'orecchio, era l'erogazione di un'elevata dose di radiazioni, corrispondente alla quantità normalmente irradiata in venti sedute, in una singola. Da un punto di vista clinico si provoca la morte cellulare della neoplasia, di cui rimane una cicatrice, e i tessuti sani sono salvaguardati. L'intervento, che non richiede nessun tipo di anestesia, si è svolto in pochi minuti e il paziente è tornato a casa subito dopo: superato il primo controllo il giorno successivo, tornerà in ospedale la settimana prossima per un'altra visita e di nuovo tra due mesi. L'erogazione delle radiazioni deve avvenire con la massima precisione possibile: la fase più delicata è dunque quella del posizionamento del paziente su uno speciale lettino che può essere ruotato e traslato, poiché le radiazioni devono colpire con precisione millimetrica il tumore. Lo scarto massimo accettato è inferiore ai due millimetri: per l'intervento di martedì scorso era pari a tre decimi di millimetro. Effettuato il primo intervento è già programmato il secondo su un trentenne valtellinese. Le radiazioni possono sostituire il bisturi non solo per neoplasie cerebrali ma anche in singole lesioni polmonari e per tumori benigni in sedi anatomiche non facilmente operabili.
≪La radiochirurgia era l'obiettivo che mi ero posto quando sono diventato primario, nel novembre scorso - sottolinea il dottor Barbonetti - e sono entusiasta di averlo raggiunto in tempi così brevi, perché pativo l'idea che i malati fossero costretti a uscire dalla provincia di Sondrio. In questo percorso sono stati fondamentali i miei colleghi e l'intera équipe di medici, tecnici, fisici, infermieri e amministrativi che opera nel reparto: con l'arrivo del dottor Andrea Ravasio, proveniente dall'Humanitas di Bergamo, siamo a pieno organico. I risultati, in particolare il +33% dei casi trattati nel 2021 rispetto al 2019, sono merito della squadra della Radioterapia oncologica e sono stati ottenuti grazie al sostegno della Direzione strategica dell'Asst che ha condiviso la necessità di ampliare e qualificare la dotazione di apparecchiature che oggi ci consente di fornire una risposta puntuale ai bisogni di cura del territorio senza liste di attesa≫.
In questo ambito, nei giorni scorsi sono iniziate le verifiche tecniche per l'installazione del nuovo acceleratore: una macchina all'avanguardia, la più completa in assoluto disponibile sul mercato, in uso ai principali centri diagnostici italiani, tra cui l'Humanitas e l'Istituto dei Tumori a Milano, il Papa Giovanni XXIII a Bergamo, il Policlinico Gemelli a Roma, l'Ospedale Federico II a Napoli. L'acceleratore entrerà in funzione all'inizio di maggio all'Ospedale di Sondrio che sarà quindi in grado di offrire ai pazienti un'ulteriore arma terapeutica. Dal dicembre scorso, quando era stato smontato l'acceleratore in uso, tutta l'attività è stata concentrata su una sola apparecchiatura: per soddisfare le richieste e consentire a tutti i pazienti di effettuare le terapie nei tempi prestabiliti sono stati estesi gli orari prolungando l'attività alla pausa pranzo e al pomeriggio.
Emanuela Zecca
Ufficio Stampa ASST Valtellina e Alto Lario
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