MONDIALI JUNIOR DI SHORT TRACK: UN SUCCESSO DA INCORNICIARE
BORMIO – La nazionale azzurra giovanile di short track è rientrata nella mattinata di martedì (13 gennaio 2009) dal Canada. Il tecnico Adelio Antonioli, Elena Viviani e Matteo Compagnoni hanno raggiunto Bormio martedì pomeriggio, le tre azzurre che con Elena hanno conquistato il titolo mondiale della staffetta – Arianna Fontana, Martina Valcepina e Lucia Peretti – sono già a Torino dove nel prossimo fine settimana ci sono i campionati europei. Al ritorno dal nordamerica abbiamo sentito Adelio Antonioli (responsabile tecnico della giovane nazionale italiana, ruolo nel quale è assistito dal bolzanino Marco Bertoldi), comprensibilmente e visibilmente soddisfatto per un successo davvero importante per tutto il movimento.
La grande stampa, tradizionale o telematica, o televisiva, pare essersi dimenticata di una vittoria che, per il movimento sportivo nazionale prima ancora che valtellinese, assume una importanza straordinaria, soprattutto guardando alle olimpiadi del 2010 e più ancora a quelle del 2014. Quattro ragazze delle Bormio Ghiaccio hanno vinto un titolo mondiale nella manifestazione organizzata in Canada, eliminando gli Stati Uniti e tenendo testa alle superpotenze asiatiche che, pur di arrivare in fondo, a volte, mettono sul ghiaccio più di quanto dovrebbero. Korea e Cina stavolta hanno pagato con la squalifica la loro “esuberanza” sul ghiaccio: “a volte è capitato a noi incappare in squalifiche – ai maschi è capitato anche questa volta, non senza recriminazioni – ma sappiamo che questo è lo short track: bisogna essere bravi anche ad evitarle le squalifiche e soprattutto pronti a sfruttare ogni situazione”.
Adelio Antonioli ci ricorda – lo abbiamo anche scritto – come alla vigilia del mondiale junior le aspettative erano riposte su Arianna Fontana (per un risultato individuale) e sulla staffetta azzurra femminile. “Siamo da podio e ci piacerebbe arrivare al podio” ci aveva detto; è arrivata la vittoria e la soddisfazione è ancora più grande.
Quale è stato il momento decisivo per le nostre ragazze?
“Le semifinali della staffetta femminile hanno rappresentato lo scoglio più difficile; avevamo di fronte il Canada che correva in casa e gli Stati Uniti. Le nostre ragazze sono state davvero brave, attente e tenaci; hanno lottato per conquistare, meritatamente, la finale”.
Nello short track che conta si usa dire che, in particolare nella staffetta, quando si raggiunge la finale bisogna essere bravi a non cadere ed a non farsi squalificare per andare a medaglia. Come sono andate realmente le cose?
“Nella semifinale le ragazze hanno lottato sino in fondo per raggiungere la qualificazione; è stata una gara tirata, grazie alla quale è stato costruito il successo iridato. In finale c’è stato un po’ di tutto, con i giudici che alla fine hanno dovuto rivedersi l’intera gara prima di decidere. Le nostre ragazze sono state evidentemente danneggiate in un cambio tra la Viviani e la Peretti dalle koreane. Hanno saputo colmare il divario e raggiungere ancora le avversarie; dietro Cina e Canada si davano battaglia al limite del regolamento. Alla fine il verdetto dei giudici ha sancito la nostra strameritata vittoria davanti alle canadesi e la squalifica di Kirea e Cina”.
Bilancio positivo, dunque, al di là di ogni considerazione legata ai provvedimenti della giuria…
“Direi proprio di sì. Siamo partiti con l’obiettivo di centrare la finale con la staffetta e ci siamo riusciti al meglio. A livello individuale poteva starci qualcosa in più con Arianna Fontana che si è dimostrata brillante nella distanza corta a lei più congeniale, ma nelle più lunghe ha fatto più fatica”.
Dai ragazzi ci si poteva aspettare qualcosa di più?
“Bilancio buono anche pero loro. Senza la squalifica nella staffetta che non ritengo giusta potevano arrivare anche loro sul podio. E’ una buona squadra che sta crescendo quella junior maschile. Bene Dotti alla prima esperienza, bene anche il nostro Matteo Compagnoni che migliora il piazzamento dello scorso anno. Lavoriamo anche con loro per preparare il ricambio generazionale”.
Un ricambio che è avvenuto al meglio a livello femminile considerando che tre delle quattro protagoniste ai mondiali canadesi fanno parte della nazionale che disputa il campionato europeo a Torino. Alla rassegna continentale ci presentiamo con quali prospettive?
“Parlo per le giovani: è una squadra che può fare bene anche in questa manifestazione. Voglio sottolineare comunque che sono arrivate in nazionale maggiore dopo il grande lavoro fatto con le giovanili. Ed il lavoro alla fine paga sempre”.
A proposito di lavoro, possiamo dire che il successo iridato è anche merito di quello svolto in tutti questi anni dalla Bormio Ghiaccio…
“Sicuramente. L’impegno profuso dalla società è stato tanto, tanto quello dei genitori che hanno seguito e sostenuto i ragazzi e la società stessa. Un impegno che continua a produrre frutti importanti”.
Red Sport
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