Commemorazione del Venerabile Don Giuseppe Quadrio di Vervio

Nei giorni 11 e 12 ottobre 2025 si è svolta la tradizionale commemorazione del Venerabile don Giuseppe Quadrio, promossa dalla parrocchia Sant’Ilario di Vervio e dall’Associazione “Amici di don Quadrio”. Un appuntamento annuale per ricordare la profondità del salesiano valtellinese, la cui vita ha avuto inizio il 28 novembre 1921 a Ca’ Torchio, frazione del comune di Vervio.
Nella serata di sabato 11 a Tovo il salesiano Don Marek Chrzan, direttore dell’Istituto Internazionale Don Bosco a Torino Crocetta (dove Don Quadrio ha vissuto la gran parte della sua attività, da dove è partito per cielo e dove nella chiesa dell’Istituto sono deposte le sue spoglie mortali), ha sviluppato il tema “Don Quadrio testimone di speranza”, presentando alcune esperienze educative e testimonianze della vita di don Quadrio come della sorella Marianna, degli anni dell’insegnamento a Torino, o quella tra i giovani carcerati della “Generala” a Torino, che visitava con i giovani chierici salesiani della “Crocetta”. A questi ragazzi rivolgeva la parola in modo tale da conquistarli tutti: “Chi siamo? Perché siamo venuti?”, si chiedeva durante un incontro avvenuto nel 1959. E così rispondeva: “Per una ragione semplice. Scommetto che non l’indovinerete mai! Siamo qui perché vi vogliamo bene. Vi vogliamo bene, perché siete giovani, non per un’altra ragione. Vi vogliamo bene. E c’è un motivo ancora più bello e toccante. Ve lo diciamo sottovoce, in confidenza, con il cuore: perché voi non siete stati sempre fortunati, avete sofferto e state soffrendo ancora. Ve lo leggiamo negli occhi troppo seri, nel vostro volto di adolescenti già solcato dalla sofferenza. Cari amici, la vita è stata dura per voi. Noi vi comprendiamo. Non è stata sempre, né tutta colpa vostra. Noi al vostro posto avremmo fatto molto peggio. Forse qualcuno tra voi, sarà stato anche un po’ colpevole. E chi non ha mai sbagliato nella propria vita? Ma più colpevoli sono coloro che potendo e dovendo, non vi hanno aiutato e amato abbastanza. Noi siamo qui stasera a fare un doveroso atto di riparazione, cioè a chiedervi perdono per tutti quelli che vi hanno fatto del male, che non vi hanno amato, che non vi hanno dato una mano fraterna. Siamo qui a promettervi solennemente che noi tutti faremo quanto potremo, per impedire che questo si debba ripetere per voi e per gli altri ragazzi che potremo avvicinare”.
Domenica 12 nella chiesa parrocchiale di Vervio monsignor Luciano Capelli, salesiano, Vescovo emerito di Gizo nelle Isole Salomone, ha presieduto l’Eucarestia e ispirandosi alla Parola di Dio del giorno ha presentato la figura di santità del Nostro Venerabile evidenziandone il tratto di appassionato servitore di Dio come consacrato, come prete, come teologo, come docente. Attraverso delle brevi testimonianze mons. Capelli, ha tratteggiato gli aspetti più caratteristici della vita di don Giuseppe definendolo “sacramento vivente della bontà di Dio; un segno che Dio esiste ed è buono, un segno che Dio esiste, che Dio è buono, una riflessione della bontà di Dio”. Questo ci fa pensare e riflettere, perché possiamo immaginare che il suo volto parlava a coloro che lo incontravano e parla ancora a tutti che lo incontrano anche oggi in diversi modi. Certamente il sorriso sul volto di Don Giuseppe Quadrio, espresso con naturalezza, ha le sue origini nella sua vita spirituale, nel suo continuo lasciarsi guidare dallo Spirito Santo.
La figura di don Quadrio è di interesse per la Famiglia salesiana in quanto testimone prezioso della spiritualità e del carisma di San Giovanni Bosco: seppe coniugare in sé una profonda capacità intellettuale, un sincero spirito di obbedienza, la vicinanza nel dialogo e nell'accompagnamento spirituale nei riguardi di ogni di persona e l'accettazione eroica della malattia negli anni fecondi della sua maturità umana. La malattia fu il banco di prova del suo spessore spirituale: accolse il male incurabile, che lo stroncò ad appena 41 anni, con realismo e pazienza, intravedendo, anche in questa prova, il misterioso disegno della sua chiamata religiosa e sacerdotale.
Accompagnati dalla parola di don Giuseppe: «Lo Spirito Santo non ha bisogno né di geni, né di dotti, né di oratori, né di professori; ha bisogno di santi: uomini che lo lascino fare, che siano a sua completa disposizione, che gli concedano tutto ciò che chiede; a cominciare dalle cose più piccole, più ordinarie, più modeste» ci impegniamo a far conoscere e a sostenere l’Associazione “Amici di don Quadrio” con un arrivederci al prossimo un anno per il 64° anniversario della morte del Venerabile Servo di Dio don Giuseppe Quadrio, “Bepìn”, come lo chiamano tutti, pregando per la grazia di un miracolo, perché il Venerabile possa essere presto beatificato.
- Ivan Gambelli -
foto Lorenzo Cisani
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