Le pensioni in Provincia di Sondrio, dati aggiornati

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Le pensioni in Provincia di Sondrio, dati aggiornati

Ven, 15/11/2024 - 14:14
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Quello che emerge dal report dell’Osservatorio INPS del settembre scorso, rielaborato dal Centro Studi CGIL e dallo SPI di Sondrio è che anche nel 2024, la nostra provincia risulta essere ultima in Lombardia per valore dell’importo degli assegni pensionistici, quelli erogati esclusivamente dall’Istituto.
Dal 2020 ad oggi, le pensioni erogate sono calate di ben 1.135 unità, 1.792 in meno nel privato e più 657 nel pubblico!
Le rivalutazioni del 2022 e del 2023 hanno dato sì una boccata di ossigeno, insufficiente però se rapportata alla perdita di potere d’acquisto a seguito dell’andamento dell’inflazione, penalizzando di fatto le pensioni superiori a 4 volte il trattamento minimo, dove è stata riconosciuta una rivalutazione solo parziale e sulle quali il Governo, come al solito, ha fatto cassa per un ammontare di quasi 10 MLD di euro nel biennio.
Nella prossima legge di bilancio si dovrebbe stabilire un adeguamento mensile dell’1.6% per le pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.400 € lordi), del 90% dalle 4 alle 5 volte il minimo (circa 3.075 € lordi) e del 75% per le pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo (oltre i 3.075 €). Per quanto riguarda invece le pensioni al minimo, oggi a 614,77 euro mensili, stando alle notizie ora circolanti, dovrebbero passare a 617, 90 euro mensili quindi aumentando di 3 euro al mese ovvero 10 centesimi al giorno. Alla faccia di volerle portare a 1.000 euro nel quadriennio!!!
Ma veniamo ai dati:
PENSIONI GESTIONE “PRIVATA”
Nel 2024 in Lombardia su una popolazione di 10.020.528, le prestazioni erogate per il settore privato ammontano a 3.131.112 unità mentre in provincia di Sondrio rispetto ai 178.948 cittadini residenti, le prestazioni sono 56.651 di cui il 44% nel fondo lavoratori dipendenti, il 35% fondo autonomi e parasubordinati e il 20% prestazioni assistenziali.
La percentuale delle prestazioni nel “Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti” nella nostra provincia che è del 44% sul totale, risulta essere di gran lunga inferiore a quella regionale che è del 55%, mentre sono superiori quelle degli autonomi e parasubordinati (35% contro il 28%), così come quelle assistenziali (20% contro il 16% lombardo).
L’importo medio lordo mensile degli assegni erogati in provincia, escludendo per il momento la gestione dei dipendenti pubblici, secondo i dati forniti dall’Inps, pur superando per la prima volta la soglia dei mille euro e attestandosi a 1.034 euro, risulta essere ancora il dato più basso della Lombardia che mediamente è di 1.298, 86 euro, ovvero 263,85 euro, il 20% in meno.
Tutte le altre province hanno un assegno medio superiore a Sondrio, con Milano, Monza Brianza, Lecco e Lodi che hanno un dato superiore alla media (si vedano le slides per i valori).
Il basso valore delle pensioni in provincia, in particolare per coloro che hanno lavorato nel settore privato, è il risultato dei tanti problemi accumulati durante la vita lavorativa: salari bassi, carriere discontinue, precarietà e svariate criticità soprattutto per quanto riguarda l’occupazione femminile come ad esempio i part-time involontari e i contratti di breve durata.
Tutti questi fenomeni, quando si tratta di tirare i conti per calcolare l’importo della pensione spettante, sono nodi che giungono al pettine e per il futuro, se non ci saranno interventi legislativi significativi, andrà ancora peggio visto l’alto livello di precarietà provinciale, che da tempo andiamo denunciando, oltre la progressione verso il sistema totalmente contributivo che, combinato con gli altri fenomeni, causerà un calo significativo degli importi per le attuali giovani generazioni.
A tutto questo si aggiunge il graduale spostamento dell’economia provinciale a favore del terziario che, pur garantendo un certo reddito, è soggetto alla stagionalità (in particolare nel turismo), che sommato al precariato diffuso, non garantisce gli stessi redditi dell’industria con il conseguente effetto peggiorativo sul calcolo dell’assegno pensionistico.
Le differenze, rispetto ai dati delle altre province, non sono dovute al diverso mix di composizione delle prestazioni, infatti anche l’assegno pensionistico lordo mensile erogato per le sole pensioni da lavoro dipendente privato, in provincia di Sondrio è il più basso della Lombardia ed ammonta a €1.314,19 contro una media regionale di € 1.615,13, ben 300,94 euro in meno.
Il totale delle pensioni da lavoro dipendente erogate dall’INPS e non legate al pubblico impiego, rapportate alla popolazione residente, evidenziano una delle percentuali più basse della Regione. Sondrio è al 13,9%, a fronte di un valore medio lombardo del 17,3%, al contrario le pensioni da lavoro autonomo e parasubordinato erogate in provincia rappresentano l’11,1% contro una media lombarda all’8,6%. Infine, le prestazioni assistenziali risultano essere il 6,2% contro una media Lombarda del 4,8%, anche se è bene ricordare che il numero delle prestazioni non corrisponde al numero di pensionati perché una persona potrebbe essere titolare di più trattamenti.

PRESTAZIONI LIQUIDATE NEL SOLO 2023
Le pensioni liquidate nel corso del 2023, sempre escludendo il pubblico impiego, sono state complessivamente 2.044, 190 in meno rispetto all’anno precedente che ammontavano a 2.234.
L’importo medio nel 2023 per la sola anzianità contributiva era di 1.791 euro, in leggero calo rispetto del 2022 che era di euro 1.799, contro una media regionale di 2.049 euro e nazionale di 1.887,57 euro.
Per quanto riguarda la sola pensione di anzianità, oltre alla differenza in negativo rispetto alle medie regionali e nazionali, si evidenzia anche un calo del valore medio sulle nuove prestazioni rispetto all’anno precedente, probabilmente per effetto dell’incidenza del calcolo con il sistema contributivo.
Per quanto riguarda invece la pensione di vecchiaia, si scende a 876 euro contro i 1.024 euro in Lombardia e i 943 euro a livello nazionale.
TOTALE PRESTAZIONI 2024
Il totale delle prestazioni pensionistiche erogate fino a settembre del 2024, sempre con esclusione della gestione del pubblico impiego, ammonta a 56.651, contro le 56.561 dell’anno precedente, quindi con un aumento di 90 unità. Si tenga però presente che nel 2019, prima della pandemia erano 58.898, quindi in 5 anni si registra un saldo negativo di ben 2.247 prestazioni, questo dovuto anche all’elevata mortalità degli anziani.
TOTALE PENSIONI EX DIPENDENTI PUBBLICI ANNO 2024
Per quanto riguarda i dati relativi delle pensioni dei dipendenti del pubblico impiego, gli assegni erogati complessivamente nel 2024 in provincia di Sondrio ammontano a 11.410, contro gli 11.300 del 2023 di cui 8.014 per anzianità, 624 per vecchiaia, 628 per inabilità e 2.144 per reversibilità.
L’importo medio della pensione di “anzianità anticipata” in questo caso è di 2.146,77 euro mentre per la vecchiaia è di 2.412,06. Il dato medio provinciale degli importi, che tiene conto anche delle reversibilità e delle inabilità risulta essere di 1.955,03 euro, inferiore di 114,81 euro rispetto alla media regionale di € 2.069,84 e di 254,97 nazionale che ammonta a € 2.069,84.
PRESTAZIONI DIPENDENTI PUBBLICI LIQUIDATE NEL 2023
Le nuove pensioni liquidate nel corso del 2023 sono state 452, di cui 275 per anzianità contributiva, 38 per vecchiaia, 12 per inabilità e 127 per reversibilità. Il numero complessivo delle pensioni in questo settore è aumentato rispetto all’anno precedente, per effetto di “quota 100”, “quota 103” e “opzione donna”, provvedimenti che in questo settore, negli scorsi anni, hanno favorito l’accesso alla pensione a un numero maggiore di persone, oltre che per l’età media alta, soprattutto a causa del lungo blocco delle assunzioni degli anni precedenti.
RIVALUTAZIONE PENSIONI DAL GENNAIO 2025
Per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni per l’anno prossimo, secondo il segretario dello SPI CGIL di Sondrio Sandro Bertini, è bene evidenziare alcuni aspetti:

A differenza di quanto avvenuto per il 2023 e 2024, quando l’inflazione era elevata e il Governo Meloni, modificando l’accordo tra Sindacati e governo Draghi, ha impostato un meccanismo fortemente penalizzante per chi, dopo oltre 40 anni di lavoro, percepiva un assegno pensionistico di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo, ovvero circa 2.100 € lordi mensili, vale a dire la pensione di un operaio o impiegato, l’indicizzazione ipotizzata per il 2025 dovrebbe attestarsi al 1,6%, che verrà certificato entro la fine di questo mese con uno specifico decreto legge da parte del ministero dell’economia e delle finanze. La tabella delle rivalutazioni ci riporterebbe alla legge n. 448 del 1998, che prevedeva tre fasce di reddito con conseguente applicazione della rivalutazione, come di seguito specificato:
100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo (circa 2.400 euro lordi mensili)
90% per le pensioni tra le 4 e 5 volte il minimo INPS (tra i 2.400 e i 3.000 euro lordi mensili)
75% per le pensioni oltre le 5 volte il minimo ovvero oltre i 3.000 euro lordi mensili
Per quanto riguarda invece le pensioni minime, nella bozza di manovra ora circolante, viene previsto un adeguamento dello 0,5%, per cui passerebbero dagli attuali 614,77 euro ai 617,90 con un aumento di ben 3,13 euro mensili, ovvero 10 centesimi al giorno.
Nel considerare il danno economico subito dai pensionati nel corso di questi ultimi anni che non verrà mai più recuperato, oltre alle scelte di natura socio/sanitaria e fiscale previste dall’attuale Governo, nel disperato tentativo di far cambiare sostanzialmente la manovra di bilancio 2025 in discussione in parlamento ed altri interventi legislativi già programmati, CGIL e UIL, prosegue Bertini, hanno proclamato per il 29 novembre p.v. lo sciopero generale.

Segretario Generale SPI CGIL Sondrio

SANDRO BERTINI