Lupo ferito nell’area del parco Nazionale dello Stelvio
Attorno alle 9:00 di sabato 18 maggio, gli operatori del Parco Nazionale dello Stelvio lombardo hanno ricevuto segnalazione di un lupo ferito, avvistato in località Case di Viso. La segnalazione è stata fatta da un fotografo naturalista che, visto il lupo a una distanza di circa 150 metri, ne ha subito notato l’andatura zoppicante. Le fotografie hanno rivelato che l’arto posteriore, da cui proprio sotto il ginocchio sporge uno spezzone di tibia, è tranciato di netto.
«Secondo il fotografo che ci ha mandato la segnalazione» spiega Matteo Nava, ricercatore dell’Università di Milano, che studia il lupo nel Parco Nazionale dello Stelvio «nonostante la ferita sembrasse molto fresca, il lupo si muoveva, facendo pensare che le sue condizioni non fossero eccessivamente critiche».
Dalle informazioni disponibili non è possibile capire con certezza cosa abbia causato la ferita, ma c’è una buona probabilità che si sia trattato di un’arma da fuoco o di una tagliola. È infatti improbabile che a causare la ferita sia stato un altro animale, dal momento che sul corpo del lupo non sembravano esserci altre ferite. Difficile stabilire anche il luogo esatto dell’incidente, ma i ricercatori spiegano che con buona probabilità si tratta di uno dei membri del branco del Tonale che si sposta fra l’interno e l’esterno dei confini del Parco Nazionale dello Stelvio. Insieme a quello della Val Grande, che conta 6 membri, quello del Tonale - che invece ne conta 4 - è uno dei due branchi presenti nella zona dell’Alta Val Camonica.
Appena ricevuta la segnalazione, i ricercatori del Parco sono usciti alla ricerca dell’animale senza trovarne, fino ad ora, alcuna traccia. Nei prossimi giorni le ricerche continueranno con i metodi e il personale opportuno. Se il lupo non verrà avvistato, verranno posizionate ad hoc una serie di fototrappole per cercare di rilocalizzarlo nelle prossime settimane.
«Un lupo con una zampa mozza può tranquillamente sopravvivere» spiega Luca Pedrotti coordinatore scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio «purtroppo non è il primo caso di questo tipo che osserviamo, nell’inverno 2021/22 infatti un analogo tipo di incidente era stato segnalato nel territorio trentino del Parco, e il lupo è sopravvissuto». Non avendolo visto direttamente, in questo caso i ricercatori non sono in grado di valutare la gravità delle condizioni dell’animale, ma se nei prossimi giorni ci sarà un miglioramento, il lupo sarà difficile da intercettare e ancor più da catturare e verrà quindi lasciato in libertà. Le sue condizioni però potrebbero anche peggiorare: andando verso la stagione più calda, il rischio è che la ferita possa andare incontro ad infezione. Solo in questo caso il lupo, debilitato e più facilmente contattabile anche alle quote più basse, potrebbe essere catturato e portato in un centro di recupero.
«Non è la morte del singolo lupo che crea problemi di conservazione a una popolazione che è stabile e si mantiene bene» spiega Luca Corlatti, responsabile dei monitoraggi e della ricerca scientifica del Parco, «è più il segnale che questo incidente porta con sé a preoccupare: il ritorno del lupo genera una situazione complessa in cui il raggiungimento di una realistica coesistenza è rallentato da incidenti come questo, che polarizzano il dibattito su posizioni estreme, e impediscono di concentrarsi sullo sviluppo di concrete misure di adattamento».
Nell’arco di tre anni il Parco e zone limitrofe hanno registrato, prima di questo incidente, due azioni di bracconaggio su lupo. «La strada da fare per una coesistenza con i grandi carnivori è ancora molta» spiega Franco Claretti, Direttore del settore lombardo del Parco Nazionale dello Stelvio « In questo senso il ruolo dell’area protetta è anche quello di trovare le soluzioni per migliorare il rapporto fra uomo e fauna tanto per la tutela delle attività dell’uomo, quanto per la conservazione delle specie che, come nel caso del lupo, sono protette tanto da norme europee quanto da leggi nazionali. Conoscenza e dialogo sono elementi fondamentali per costruire la coesistenza, più efficaci e più duraturi di qualsiasi atto di bracconaggio».
Un animale ferito e debilitato potrebbe avere la tendenza a scendere di quota ed avvicinarsi a fonti alimentari facilmente disponibili come rifiuti e cibo per animali domestici etc., il personale del Parco raccomanda, quindi, chi dovesse avvistare l’animale ferito, di segnalarne immediatamente la posizione e di non avvicinarsi: la paura potrebbe indurre l’animale alla fuga sottoponendolo a un dispendio energetico eccessivo che potrebbe aggravare ancor più le sue condizioni.
Si rimanda al seguente link sulle buone norme di comportamento in caso di incontro: Lupo-e-orso-Come-comportarsi.pdf (naturachevale.it)
Franco Claretti
Direttore
ERSAF - Direzione Parco dello Stelvio
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