MILANO CORTINA 2026, CHE OLIMPIADI SAREBBERO SENZA LA MITICA PISTA STELVIO? L'ITALIA DEVE METTERE A DISPOSIZIONE IL MEGLIO
«Non possiamo pensare alle Olimpiadi senza la pista Stelvio: l'Italia non può permettersi di rinunciare a una delle piste più spettacolari del mondo. Le gare sono state assegnate a Bormio e qui rimangono. A poco più di due anni dalle Olimpiadi non avrebbe senso modificare la ripartizione originaria e noi ci opporremo in tutti i modi a fronte della programmazione, del lavoro e dell'impegno nostro e di Regione Lombardia». Il sindaco Silvia Cavazzi dà voce a un intero paese per ribadire una centralità da difendere a ogni costo. Bormio e la Valtellina ospiteranno le competizioni più prestigiose, quelle dello sci alpino maschile, e fra queste la gara regina, la discesa libera, sulla pista Stelvio, una delle più spettacolari al mondo. A eleggerla sono stati gli stessi atleti, gli uomini jet più quotati, che negli anni hanno dato vita a discese avvincenti, a cominciare da Dominik Paris, sette volte vincitore, insignito della cittadinanza onoraria di Bormio, per continuare con un campione del recente passato, il livignasco Giorgio Rocca, e con Pietro Vitalini, discesista di livello mondiale, fino a chi sulla Stelvio sogna di gareggiare per l'oro olimpico, Pietro Zazzi, bormino, ambassador del suo paese. Che cosa sarebbero le Olimpiadi senza la Stelvio? «Non vogliamo nemmeno pensarci - prosegue il sindaco Cavazzi -, è un'ipotesi che non prendiamo in considerazione e ringraziamo il governatore Attilio Fontana e l'assessore regionale Massimo Sertori per averlo ribadito. Per febbraio 2026 la Stelvio sarà ancora più bella e lo Ski Stadium completamente trasformato grazie al progetto già definito e ai lavori che partiranno la prossima primavera. Ci stiamo impegnando tutti moltissimo, ci sono un paese e una valle che attendono l'appuntamento olimpico e sono certa che nessuno resterà deluso. Da amministratore pubblico comprendo la delusione di Cortina, ma non accetto che la compensazione vada a penalizzare chi sta lavorando incessantemente sulla base dei programmi a suo tempo definiti, sarebbe irrispettoso, uno sgarbo evidente che penalizzerebbe l'intero evento perché nessuna pista in Italia è al livello della nostra Stelvio».
Un ragionamento che si allarga alle prove di sci alpinismo, la disciplina che nel 2026 farà il suo esordio alle Olimpiadi. «A questo punto ogni rinuncia è difficile - precisa il sindaco Cavazzi -, anche perché sono già state promosse attività e si svolte diverse ispezioni da parte della Federazione internazionale dello sci alpinismo». Bormio non chiede niente di più di quanto non sia stato programmato e ufficializzato dal CIO: ospitare le gare dello sci alpino maschile e le prove dello sci alpinismo. «C'è una squadra al lavoro da anni, supportata da tutto il paese - evidenzia -: abbiamo coinvolto professionalità diverse, figure che stanno seguendo ciascuna un ambito specifico, abbiamo costituito la Fondazione Bormio. Al di là degli interventi strutturali, ci siamo dati un'organizzazione creando una rete, l'impegno da parte nostra è massimo e lo stiamo dimostrando. Sappiamo di non poter avere l'ultima parola - conclude il sindaco Cavazzi - poiché la decisione sul programma delle gare spetta al CIO, ma siamo pronti a far valere le nostre ragioni: la pista Stelvio non si tocca e deve rimanere nel calendario olimpico, così come le gare dello sci alpinismo».
A sostegno della pista Stelvio, celebrata per quello che è e per ciò che rappresenta, si è schierato Pietro Vitalini, valtellinese, quattro podi nelle discese libere di Coppa del mondo tra il 1994 e il 1997, una fama mondiale conquistata con il soprannome di "Alitalia" per essere uscito illeso da una rovinosa caduta sulla Streif di Kitzbühel nel 1995, conquistando il quinto posto il giorno successivo. Vitalini oggi è un imprenditore di successo nel settore dello sci, legato a Bormio e alla Valtellina, e qui spiega perché la pista Stelvio deve essere olimpica.
Le Olimpiadi sono il traguardo per noi atleti, ma anche per gli organizzatori, perdere un evento è come per un atleta buttare al vento una chance di una medaglia, ve lo dice chi ne ha buttate al vento due, una per troppa emozione e l’altra per infortunio. La mitica pista Stelvio di Bormio, teatro di innumerevoli gare di Coppa del Mondo e Mondiali di sci, è considerata da tutti gli atleti e organizzatori come la più completa sia dal punto di vista tecnico che delle emozioni che suscita negli atleti e nel pubblico. Solo a parteciparvi la Stelvio mette in evidenza il coraggio, la paura, l’adrenalina, la tecnica, le capacità psicofisiche e, soprattutto, la determinazione di finire la prova quando senti le gambe bruciare dall’acido lattico già a metà gara. Tutto questo non solo per le discipline veloci, discesa e SuperG, ma anche nel gigante e nello slalom, la Stelvio non è da sottovalutare perché il manto nevoso è sempre una lastra di ghiaccio. Quale altra pista italiana avrà mai i salti, le traverse e le infinite curve ad altissima velocità e soprattutto i 1010 metri di dislivello della Stelvio? Insomma, una vera pista olimpica. Sono passati troppi anni, dalla mia ultima sfida sulla Stelvio, ma chi può immaginare una Olimpiade Milano Cortina senza lo sci alpino a Bormio? Verrebbe declassato quel fantastico progetto eco(nomico)-sostenibile e di eccellenza proposto alla candidatura, ma soprattutto l'Italia non riuscirebbe a mostrare la sua dote innata. Forza Bormio, forza pista Stelvio! Lo sci alpino maschile aspetta solo voi: le Olimpiadi.
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