FRAMMENTI DI STORIA. L'amministrazione della giustizia alla fine del Quattrocento a Bormio

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FRAMMENTI DI STORIA. L'amministrazione della giustizia alla fine del Quattrocento a Bormio

Lun, 09/05/2022 - 19:52
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Forestieri, abitanti e residenti locali di fronte all'apparato giudiziario sotto al dominio degli Sforza

Se qualcuno volesse conoscere nel dettaglio il funzionamento delle istituzioni locali bormine nel Quattrocento, dovrebbe leggere questo contributo di M. Della Misericordia, in cui vengono descritti anzitutto i poteri amministrativi (podestà, cancellieri, magistrati, deputati, Consigli e altri ufficiali) e in secondo luogo le tensioni che si potevano innescare allorquando qualche forestiero tentasse di penetrare nella rigida gerarchia precostituita.

A Bormio, riconosciuta dai duchi di Milano come “terra separata avente piena giurisdizione”, le tendenze autonomiste delle istituzioni comunitarie si esprimevano in maniera molto più forte che altrove ed esercitavano una importante persuasività nei confronti delle figure incaricate del Governo per conto degli Sforza. La carica più alta era quella del podestà, di nomina ducale, affiancato da due ufficiali maggiori locali nominati ogni quadrimestre. A discendere v’erano il canevaro maggiore (responsabile finanziario) eletto ogni quadrimestre, il Consiglio ordinario di 16 membri, il Collegio dei deputati alle sentenze di 13 membri, il Consiglio di popolo di oltre 100 capifamiglia.

L’autonomia bormina era talmente radicata che il podestà di nomina ducale – obbligato alla residenza a Bormio – doveva chiedere la licenza di potersi assentare, pratica ritenuta irrispettosa e che suscitò molte tensioni con i vari rappresentanti podestarili. Se, tuttavia, il suo mandato fosse stato gradito, alla fine del suo incarico sarebbe stato omaggiato da una lettera di elogio firmata dalla comunità.

All’interno dell’articolo ricorrono tantissimi esempi di lotte di potere tra membri influenti intra/extra comunità, con un complesso gioco di alleanze per esercitare la propria influenza e rivendicare i propri diritti (politici e più spesso economici).

 

Anna

 

M. DELLA MISERICORDIA, Forestieri mal ricolti da questa comunità. Giustizia, identità locale ed esclusione a Bormio nel Quattrocento, Boll. 13/2010

http://www.cssav.it/wp-content/uploads/2017/02/Bsav-13-DellaMisericordia.pdf

Foto: Bormio tratta da "Grande Illustrazione del Lombardo Veneto" a cura di Cesare Cantù, vol. V, 1859