IL FUTURO DEL MORELLI ANCORA DIVIDE

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IL FUTURO DEL MORELLI ANCORA DIVIDE

Dom, 21/11/2021 - 18:09
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Alla serata organizzata dal "Movimento Popolare per la Rinascita del Morelli Autonomo", i dubbi sulle ipotesi in campo

Circa 3 ore di conferenza al Pentagono di Bormio per il neonato "Movimento Popolare per la Rinascita del Morelli Autonomo" nella serata di sabato 20 novembre 2021, il cui focus era incentrato sul rilancio dell'ospedale sondalino non ancora ripristinato nella sua totale efficienza pre-covid. I fondatori del Movimento, avv Ezio Trabucchi, dr Giuliano Pradella e il sindacalista Gerlando Marchica, hanno provato a dipanare la matassa del Morelli sia sulle ragioni che li hanno portati nuovamente sulle barricate con il Movimento Popolare (anche se il loro fervore operativo è sempre rimasto acceso in questi mesi), sia sull’animoso rapporto con i sindaci del comprensorio. A onor del vero, il tema del disaccordo con i sindaci ha tenuto banco per buona parte della serata ed è riemerso a più riprese durante i vari ragguagli, a testimonianza di una frattura che la cittadinanza continua a percepire nonostante i buoni propositi di unità professati da entrambe le parti.

Il grande “niet” dei sindaci a partecipare all’incontro, spiegato chiaramente nei giorni scorsi con un comunicato congiunto, può essere stato maldigerito dagli organizzatori, ma sicuramente non è stato compreso nella sua essenza da una frangia della popolazione che vede qualsiasi forma di intervento in favore del Morelli come un salvagente cui aggrapparsi, senza star troppo a sottilizzare. Quanto sia grande questa frangia di popolazione non è dato sapere (ieri in sala si potevano contare circa 150 persone, ma sui canali social sono probabilmente di più), ma questo balletto non favorisce certo la distensione laddove, al contrario, ce ne sarebbe un gran bisogno. Distensione non per “addormentarsi”, ma per concentrare le forze verso un grande obiettivo, che oggi, invece, appare ancora dicotomico: da un lato i sindaci con la proposta di una Fondazione, dall’altro il Movimento con la proposta di un’Azienda Autonoma. E ancora sindaci, avvocati, dottori, sindacalisti e altri esperti che di conferenza in conferenza, di comunicato in comunicato, replicano e controbattono, ciascuno con le sue ragioni, ciascuno con le sue idee, con il contorno di Comitati, Movimenti, Pool che nascono sulle ali dell’entusiasmo e poi si spengono.

È certo che ogni parte si stia dando da fare, per quanto gli compete.

È certo che tutti vorremmo avere di più e subito sulla sanità ospedaliera.

Ed è parimenti certo che, in un momento storico così fondamentale per la sanità, con le riforme in atto, sarebbe un peccato mortale non riuscire ad esercitare tutta la pressione possibile nelle “stanze dei bottoni”, con tutto il peso della nostra provincia che - per quanto piccola - può avere molte carte da giocare.

In attesa di tempi migliori, qualche delucidazione sul “Movimento Popolare per la Rinascita del Morelli Autonomo” appena ufficializzato e costituitosi il 5 novembre 2021; un movimento apolitico e apartitico, con finalità di promuovere ogni azione e iniziative utile e necessaria per il rilancio dell'ospedale Morelli e la sua sollecita istituzione, tramite Regione Lombardia, in Azienda pubblica e autonoma. «Sono trascorsi 15 mesi dalla mobilitazione dell’agosto 2020 – rimarca Ezio Trabucchi - e fra tutti abbiamo salvato il Morelli. Ora, però, è il momento di dare impulso al suo ripristino perché la situazione è molto più grave di quanto ci viene presentata: non c'è volontà di reintegrare totalmente il Morelli. Se prima si è tentato un “omicidio”, adesso si cerca di farlo morire di fame».

Lo strumento per la rinascita, secondo il Movimento, è costituito dallo status di Azienda Autonoma: si tratterebbe di chiedere a Regione Lombardia l’istituzione di un’azienda in più, che andrebbe ad aggiungersi alle 27 esistenti. «C’è un meccanismo semplice – prosegue l’avvocato Trabucchi – che si conclude con un atto deliberativo di approvazione e questa possibilità è anche prevista dalla bozza in discussione sulla riforma della LR 23/2015».

Sull’ipotesi della Fondazione, percorso intrapreso dai sindaci con gli esperti a cui si sono affidati, il Movimento ha le idee precise ovvero una strada già valutata tempo fa e scartata come non percorribile, con le incognite di un iter lunghissimo, di privati che dovrebbero avere un interesse (non così scontato) a investire in Valtellina e della trasformazione del rapporto contrattuale dei dipendenti, insomma una complessità gestionale e sindacale che non porterebbe ai risultati attesi.

Che sono, nello specifico, la riapertura dei reparti chiusi a inizio 2020 per il covid e in particolare la ricostituzione di un DEA di II livello e dell’unità spinale bipolare con tutti le alte specialità; ma soprattutto, l’obiettivo dev’essere quello di far tornare il Morelli un presidio attrattivo, come lo fu in passato, a livello extra provinciale ed extra regionale. Il che, ovviamente, determinerebbe un’inversione di tendenza rispetto alla fuga di molti medici verso altre realtà ospedaliere.

Ma l’intento dei fondatori si spinge molto più in là e vuole essere da stimolo affinché i sindaci continuino a presidiare il Morelli senza abbassare la guardia, senza far appassire l’interesse e soprattutto senza atteggiamenti remissivi nei confronti della Regione. Ma con la chiara intenzione di lasciare campo libero se dovesse perdurare questa contrapposizione, come dichiarato esplicitamente a fine serata: «Non vogliamo sostituirci ai sindaci e se siamo ingombranti, siamo pronti a scioglierci perché non possiamo portare due idee contrapposte in Regione. Ma i sindaci devono sapere che se non tornano indietro, non ci sarà più nulla da fare».

Una profezia che speriamo tutti infondata.

 

Anna