IL GRAZIE DELL’ALTA VALLE A GINO BUSSU, COMMERCIANTE E VOLONTARIO
31 ottobre 2020
Vent’anni di Alta Valle, soprattutto se si arriva dalla Sardegna, sembrano una vita o – perlomeno – possono costituire un taglio netto con le proprie radici. Se però si ha la capacità di conservare nell’animo la scintilla che tiene vivo il ricordo di chi siamo e da dove siamo venuti… allora i legami si mantengono vivi e probabilmente se ne creano altrettanti in direzione vicendevole.
Questo ha saputo realizzare Gino Bussu, commerciante sardo molto conosciuto a Livigno e a Bormio, dove ha trascorso rispettivamente 7 e 13 anni di vita lavorativa e di intensa socialità. Oggi che si appresta alla meritata pensione, tutti noi ci sentiamo un po’ più orfani. Perché Gino era riuscito a farsi apprezzare sia nella sua professione, nell’ambito dell’abbigliamento tecnico-sportivo, sia nelle varie associazioni in cui era entrato a far parte, cosa ancor più notevole se si pensa all’arcaica diffidenza (ma qualcuno direbbe “freddezza”) della gente montanara per i “furesta”. Sempre in prima fila quando c’era da sporcarsi le mani con attività di volontariato, ma anche estremamente interessato a tutto quanto potesse servire a promuovere e valorizzare la valle, nella convinzione che la capacità di cambiare risieda in gran parte nella volontà delle persone. Tra Associazione Bormio Commercio e Unione Sportiva Bormiese, Gino ha dato tanto di sé alla comunità, intesa come un unicum, senza quelle distinzioni di campanile che tanto lo facevano arrabbiare e che – dal suo punto di vista di osservatore esterno – costituivano il principale freno all’introduzione di proposte innovative che avrebbero giovato a tutti.
Nel settore manifestazioni lo ricordano come un vulcanico ideatore di giochi, anche se talvolta non riusciva a dare un seguito compiuto con la loro realizzazione: pensiamo alla 1000×1000, la corsa benefica nata da una sua intuizione nel 2009 e che dopo 5 edizioni è andata scemando per mancanza di partecipanti; un’idea che è poi “trasmigrata” a Grosio dove tuttora continua a svolgersi ogni anno. Gino è stato presente anche in ogni momento che potesse essere occasione di confronto e di scambio di idee, in ambito sportivo o politico. Forse, il suo cruccio maggiore è stato quello di non essere riuscito a coinvolgere più di tanto i giovani sulle orme del volontariato, pur provandoci più e più volte. È però riuscito a creare un ponte tra l’Alta Valle e la Sardegna: tutti ricordano le 4 edizioni della “Po Tottus”, la vacanza sportiva “per tutti” con cui Gino riusciva a portare nelle sue zone un nugolo di partecipanti, che potevano così apprezzare la bellezza del territorio in cui era nato e cresciuto. Siamo sicuri che questo ponte non verrà meno e – anzi – verrà rinsaldato negli anni a venire. Grazie Gino!
Anna
- 20 viste