CICLISMO: STEFANO CECINI LANCIA “TANDEM CRAZY TOKYO 2020”
Domenica 2 aprile 2017, sede dell’Unione Sportiva Bormiese, ore 21: la conferenza stampa guidata da Pietro Illarietti per la presentazione di uno dei progetti sportivi più interessanti dei prossimi anni (“Tandem crazy Tokyo 2020”) è passata un po’ in sordina. Speriamo che la risposta dell’Alta Valle sappia farsi sentire in futuro, perché si tratta di un’occasione che varrà la pena conoscere e sostenere, per iniziare a ragionare in termini di inclusione allo sport a favore di soggetti con disabilità.
Tutto è nato dall’ennesima idea di Stefano Cecini “Cecio”, il grosino che non si ferma mai, ben noto per le sue gesta ciclistiche. L’ultima conclusa in ordine di tempo è stata quella legata a “Everesting”, una sfida con la quale nell’estate 2016 ha affrontato la salita del Mortirolo per cinquanta volte, delle quali sette compiute nello stesso giorno (che sono poi diventate otto per un disguido tecnico dovuto a un difetto di registrazione, in modo tale da eguagliare l’altezza dell’Everest. Impresa compiuta il 9 luglio 2016 assieme ad alcuni amici di pedalata e a un nugolo di sostenitori che si sono avvicendati per quasi 24 ore in suo sostegno.
Si è trattato di un’esperienza mediatica importante, accresciuta grazie ad alcuni noti compagni di viaggio (tra cui Antonio Sisana, Alberto Volpi, Marco Cattaneo) e grazie anche a Gigi Negri del Consorzio Turistico Media Valtellina-Terziere Superiore, che ci ha creduto e lo ha sostenuto. Il brand Mortirolo, che Stefano ha esibito orgogliosamente da vero grosino doc, ha avuto eco e risonanza, ma più di tutto è stata una festa tra amici di vecchia data, anche se non proprio del tutto normale… (ma quando mai Stefano ha fatto cose normali?). Il tempo di scendere dalla sella e trasferirsi a Lanzarote (Canarie) ed ecco che in capo a qualche mese Stefano torna in valle con il nuovo progetto “Tandem Crazy Tokio 2020”, in coppia con Pierre Amighini.
La nuova scommessa, stavolta, punta in alto, a un obiettivo che non è legato esclusivamente a un’impresa ciclistica, pur nascendo da un’idea sportiva. Pierre, ex ciclista e grande appassionato di bici, è stato recentemente colpito da una di quelle malattie degenerative che ti stravolgono la vita e ti costringono a reinventarla; dopo un periodo di isolamento e di chiusura completa agli altri, ha trovato la forza per reagire e rimettersi in gioco anzi, per rimettersi addirittura in sella e tornare “a sentire il vento addosso”. Da qui l’idea del tandem e di provare a scommettere sulla partecipazione di Pierre alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, con tre anni di tempo per prepararsi, per raccogliere sponsor e per pianificare un programma attorno al quale, piano piano, si sta creando una rete di solidarietà e di contatti che coinvolge amici e simpatizzanti. Stefano ha colto al volo l’ennesima sfida e ha iniziato a sviluppare il progetto: grazie ai rapporti intrecciati negli anni di professionismo è riuscito a contattare istituzioni e marchi importanti, ma soprattutto gli amici di sempre, che lo seguono nelle sue matte imprese e che ne riconoscono, oltre all’indole un po’ folle, anche la grandissima generosità d’animo che si esprime con iniziative ragguardevoli che lasciano un segno sul territorio e sulla popolazione.
Alberto Volpi, ex ciclista e attuale direttore sportivo della squadra Pro Cycling Bahrain Merida di Nibali, Marco Cattaneo anch’egli ex ciclista e tutti gli sponsor sinora coinvolti (tra cui il brand Lanzarote, il Consorzio Turistico Media Valtellina-Terziere Superiore e Stelvio Experience) hanno riconosciuto la valenza educativa e sportiva dell’iniziativa “Tandem Crazy Tokyo 2020”: in parallelo all’obiettivo della coppia, infatti, si sta realizzando un progetto che tocca le scuole primarie con momenti di partecipazione attiva da parte degli studenti.
Grazie al supporto dell’educatore Antonio Supino sono stati avviati contatti con Bruno Spechenhauser, direttore didattico delle scuole di Livigno, e gli studenti hanno già potuto incontrare la coppia Pierre-Stefano nel corso di un incontro molto sentito e partecipato. L’intento è quello di organizzare una serie di incontri per costruire intorno a questa idea un percorso di sensibilizzazione e di conoscenza, che partirà a settembre e che speriamo possa essere allargato ad altri istituti scolastici: lavorare con i giovani è fondamentale perché capiscano che la disabilità non deve essere un impedimento alla realizzazione dei propri sogni e che lo sport può diventare uno strumento che aiuta a superare le difficoltà. Prima della disabilità viene la persona! Ma ancora prima di tutto viene l’amicizia, grazie alla quale Pierre affronta questa nuova vita con il coraggio di un leone e con tutta la nostra ammirazione.
Anna Lanfranchi
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