Zone economiche speciali (ZES) e Zone logistiche semplificate (ZLS)
Crisi conclamata di manodopera, Jonny Crosio, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, rilancia l’istituzione delle Zes, le zone economiche speciali - o delle Zone logistiche semplificate (Zls) su cui la Regione Lombardia ha già legiferato -, per le aree che confinando con la Svizzera risultano particolarmente penalizzate. Come la provincia di Sondrio.
Un tema strategico che è anche fra le priorità del Governo di centrodestra: è stata proprio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a presentare a Palazzo Chigi la creazione di una Zes unica per il Mezzogiorno in sostituzione delle precedenti otto. «Un provvedimento fondamentale per l’Italia e che contribuirà a disegnare la politica di sviluppo per i prossimi tre anni» ha detto.
Sondrio, 8 agosto 2024
Quello delle Zes è un vecchio cavallo di battaglia - la prima proposta di legge in materia risale al 2014 quando Crosio sedeva a palazzo Madama - che i dati dimostrano essere del tutto attuale. L’indagine annuale di Confindustria sul lavoro dice che, a livello nazionale, quasi il 70% delle aziende fatica a trovare il personale di cui ha bisogno e le maggiori difficoltà riguardano le competenze tecniche (69,2%) e le mansioni manuali (58,9% nel settore industriale). Numeri a cui si aggiungono i dati dell’ultimo bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior della Camera di commercio di Sondrio secondo cui a luglio le imprese valtellinesi hanno dichiarato difficoltà di reperimento per oltre 1.000 assunzioni, confermando come causa prevalente la mancanza di candidati.
Il mismatch tra domanda e offerta è un fenomeno ormai sempre più diffuso e la concorrenza con la vicina Svizzera rende il quadro ancora più complicato. La nuova tassa applicata “ai vecchi frontalieri”, pensata per contribuire al mantenimento del Servizio sanitario nazionale secondo Crosio non è sufficiente a fermare l’emorragia di lavoratori. «Pensare di combattere l’esodo dei lavoratori lombardi verso la Confederazione elvetica con 200 euro in busta paga significa non sapere come stanno le cose e quale sia la differenza di salario fra il nostro Paese e la Svizzera». Si parla, infatti, di stipendi che variano dal doppio al triplo rispetto a quelli italiani, per alcune professioni addirittura oltre.
Per questo Crosio ritiene che una via concretamente percorribile sia proprio quella della costituzione di una Zes. «Ovvero - spiega Crosio - di una zona in cui siano adottate specifiche leggi finanziarie ed economiche con l’obiettivo di attrarre investitori stranieri che potrebbero essere interessati a fare affari in una zona dove ricevono trattamenti vantaggiosi in termini fiscali, economici e finanziari». All’interno della Zes, secondo il disegno di legge depositato al Senato dieci anni fa da Crosio, le tasse verrebbero infatti ridotte e potrebbero anche essere azzerate completamente, le aziende pagherebbero tariffe più basse. «L’idea di base - insiste Crosio - è che la Zes possa essere in grado di stimolare una rapida crescita economica. Valorizzare, in particolare con sgravi fiscali per le nuove imprese, le zone di confine della regione Lombardia, che soffrono a causa sia della crescente delocalizzazione in Svizzera delle attività produttive, sia della concorrenza dei salari più alti è fondamentale».
L’istituzione di una Zes in Lombardia appare, dunque, la ricetta ideale per rilanciare gli investimenti esteri, mantenendo al contempo il tessuto produttivo, l’occupazione, la competitività e lo sviluppo dei settori industriale e manifatturiero, che costituiscono la spina dorsale dell’economia lombarda. «Se si considerano i benefici e gli oneri marginali che derivano dalla creazione di una zona franca - conclude Crosio -, il saldo rimane di gran lunga favorevole in termini di maggiori introiti (anche fiscali) derivanti dall’incremento dell’indotto in conseguenza del rilancio delle attività d’impresa nelle zone di confine della Lombardia».
Jonny Crosio
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