DENTRO LE GROTTE DELLO SCERSCEN SULLE TRACCE DELLA STORIA GEOLOGICA DELL'ALTA VALMALENCO
Veronica è lunga 638 metri, Morgana 877 e scende per 123 metri, insieme alla Tana dei Marsooi formano le tre grotte dello Scerscen, scoperte negli anni Ottanta ai piedi del Bernina, a quasi 2700 metri di quota, nel comune di Lanzada. Riparate da fenomeni di erosione e di alterazione attivi in superficie, le grotte conservano al loro interno tracce della storia geologica del territorio quali minerali, sedimenti e fossili. Un patrimonio di sapere che attende soltanto di essere rivelato attraverso una ricerca finanziata dal progetto Interreg "B-ICE & Heritage", Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera 2014/2020, promosso da Regione Lombardia. Un progetto che apre la strada a nuove proposte di turismo che fanno perno sulla cultura e sull'ambiente, le peculiarità che distinguono il territorio della Valmalenco.
Sotto la guida della responsabile Paola Tognini, durante l'estate sono state organizzate due diverse spedizioni, formate da ricercatori e speleologi, per esplorare le tre cavità che si aprono in una bancata di marmi dolomitici, dello spessore di circa duecento metri, che spiccano candidi nel paesaggio. Un viaggio dentro la montagna per ricostruire la storia geologica più recente. Il progetto "Opere di studio e valorizzazione delle grotte della Val di Scerscen" è finalizzato a uno studio scientifico a tutto campo di queste cavità, con indagini che comprendono l'idrogeologia, con un test di tracciamento delle acque sotterranee per studiarne il percorso, analisi mineralogiche e petrografiche delle rocce, datazione dei sedimenti, misure e monitoraggio della circolazione dell'aria all'interno delle cavità per spiegare particolari fenomeni di corrosione della roccia. A queste indagini scientifiche si affiancano rilievi di dettaglio con laser scanner, fotografie a 360 gradi e riprese video per documentare le grotte e le attività scientifiche svolte: un lavoro articolato i cui risultati verranno divulgati presso il Museo della Bagnada in un'apposita sala in corso di allestimento. ≪L'obiettivo - spiega il responsabile scientifico del progetto Paola Tognini - è quello di offrire l'opportunità di conoscere le grotte e l'affascinante mondo sotterraneo anche a chi non può visitarle di persona, preservando nel contempo il delicato ambiente di grotta da un numero eccessivo di visite. Vorremmo inoltre lanciare un messaggio ai frequentatori della montagna: l'ambiente sotterraneo è fragile e delicato, la spazzatura che, magari senza riflettere, abbandoniamo in buchi e cavità potrebbe inquinare in modo anche grave questo ambiente e le sue acque≫. Una divulgazione mirata per mantenere il fragile equilibrio ambientale per il tramite del museo che si arricchirà di una sala dedicata alla speleologia e alle grotte della Val di Scerscen.
Il Comune di Lanzada punta molto sulla valorizzazione delle grotte dello Scerscen, luogo incontaminato dove la natura è assoluta padrona, e il sindaco Cristian Nana, che ha visitato le tre cavità insieme alle spedizioni di ricercatori e speleologi, si è assunto un impegno preciso: ≪Vogliamo avviare un percorso di valorizzazione delle grotte, mirabili opere della natura che hanno grande importanza per la storia geologica dell'alta Valmalenco - sottolinea -. Tutti i progetti che stiamo promuovendo per la valorizzazione del nostro patrimonio rappresentano un volano per l'economia e lo sviluppo del territorio. Ho avuto modo di ammirare le tre grotte e sono rimasto incantato dalle tracce di minerali, sedimenti e fossili. Un lavoro lungo, un percorso che ha incontrato non poche difficoltà ma ce l'abbiamo fatta, grazie all'impegno di tutti. Ringrazio il responsabile scientifico del progetto Paola Tognini che offrirà ai visitatori l'opportunità di conoscere le grotte e l'affascinante mondo sotterraneo e di ammirare la loro straordinaria bellezza≫. La visita a questi ambienti bellissimi ma fragilissimi è consigliata a frequentatori esperti della montagna: per questo motivo verrà allestita, all'interno del museo minerario della Bagnada, una sala dedicata alla speleologia e alle tre grotte.
Nel corso dell'estate sono state organizzate due spedizioni, a luglio e all'inizio di settembre, ognuna dedicata a diverse tematiche di ricerca, alle quali hanno partecipato tecnici e specialisti di campi diversi: i geologi Jo de Waele e Ilenia D'Angeli, dell'Istituto Italiano di Speleologia dell'Università di Bologna, e Paola Tognini; gli idrogeologi Alessandro Uggeri e Marco Barile; gli esperti di minerali Ivano e Samuele Foianini dell'Istituto Valtellinese di Mineralogia; il topografo Tommaso Santagata; gli esploratori Andrea Maconi e Felicita Spreafico; i cineoperatori e fotografi Giorgio Tomasi e Mauro Inglese. Un team accomunato dalla passione per la speleologia. Lo scenario in cui si aprono le grotte è spettacolare: il bianco dei candidi marmi dolomitici si contrappone al verde e al rosso delle rocce, circondate dai ghiacciai. Giornate di lavoro appassionanti, ma anche difficili, considerato che ll'interno delle grotte la temperatura è di circa due gradi e l'umidità èvicina al 100%. Sono stati eseguiti indagini geologiche e strutturali, test di tracciamento delle acque, analisi chimiche e mineralogiche di campioni di roccia e sedimenti, indagine morfologica e sedimentologica delle cavità, studio sulla meteorologia ipogea con posa di sensori di temperatura e umidità, valutazione dell'entità della corrosione per condensazione operata dalle acque. Alle indagini scientifiche si affiancano rilievi di dettaglio con laser scanner, fotografia a 360 gradi e riprese video per documentare le cavità e le attività svolte che verranno utilizzati per realizzare un plastico tridimensionale della zona, con le sue grotte, pannelli e brevi filmati didattici che verranno messi a disposizione del pubblico nella sala dedicata alla speleologia e alle grotte della Val di Scerscen al museo della miniera della Bagnada di prossimo allestimento.
Emanuela Zecca
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