RINCARO ENERGETICO: UN PROBLEMA ECONOMICO MA ANCHE CULTURALE
Il Palaghiaccio di Bormio a rischio di chiusura?
Il comunicato diramato dalla Bormio Servizi srl (la società che ha in capo la gestione dell'impianto), a fronte delle ultime bollette recapitate che hanno raddoppiato il costo dell’energia (la stima nell’arco di 12 mesi si aggira sui 550mila euro rispetto ai 250mila euro del 2021), lascia presagire uno scenario fosco per la struttura di via Manzoni, fulcro nevralgico di svariate proposte sportive nonché sede del Centro Federale FISG (Federazione Italiana Sport del Ghiaccio).
Sulla pista bormina si allenano e si sono allenati un'infinità di atleti che hanno reso grande l'Italia del ghiaccio e in particolare dello short track (ma ricordiamo anche la medaglia olimpica in pista lunga di Stefano Donagrandi); l’ipotesi di una chiusura sarebbe un danno enorme anzitutto per l’intera Italia sportiva - che per quelle medaglie ha gioito, si è inorgoglita ed è entrata a buon diritto fra le nazioni più importanti nel settore - e non secondariamente per l’immagine dell’Alta Valle in ottica olimpica, dal momento che il Palaghiaccio costituisce un apprezzatissimo richiamo turistico-sportivo per la gente e per molte società italiane e internazionali che sul ghiaccio ci lavorano (basti guardare ai numeri delle prenotazioni).
Il problema del rincaro dell'energia sarà il tema “caldo” di questo inverno e tutti i settori della vita sociale ne saranno toccati, anche se non in egual misura poiché ogni attività richiede un dispendio energetico differente; nel caso del Palaghiaccio, ad esempio, l'impianto è talmente "energivoro" da rendere impossibile fronteggiare questo salasso ricorrendo a un semplice adeguamento delle tariffe. Senza un aiuto da parte degli enti, pertanto, bisognerà fare scelte drastiche che peseranno non poco sul territorio, sulla popolazione e sul prestigio dell'Alta Valle come polo attrattivo sportivo.
Certo, questo "aiuto" andrebbe poi accompagnato da necessarie politiche di efficientamento energetico e da un’oculata applicazione delle tariffe, per eliminare o ridurre al minimo ogni spreco possibile. E, non da ultimo, anche da un cambiamento culturale sul quale tutti dovremo fare uno sforzo; siamo tutti parte di una stessa comunità e se per molti enti è doveroso sostenere le realtà in difficoltà - nei limiti del possibile e del ragionevole - noi cittadini siamo chiamati inderogabilmente a fare la nostra parte sin dalle piccolezze quotidiane.
Il Friday for Future inizia in primis dai nostri gesti e dalle nostre case.
Anna
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